Illumia: quando il welfare fa la differenza

Un’azienda di Bologna che si occupa di energia e da sempre dedica molta attenzione al benessere dei collaboratori: Illumia è oggi tra i più importanti operatori del settore con oltre 200 dipendenti prevalentemente giovani (l’età media è di 33 anni).
Nel 2022 Illumia ha destinato il 2% dell’utile netto in attività di welfare: sono stati investiti 800.000 euro tra eventi, servizi alla famiglia, rimborsi per spese sanitarie e scolastiche e agevolazioni.
L’azienda prevede diverse facilities come il lavasecco a domicilio, l’autolavaggio, il servizio consegna pacchi in azienda, la spesa a domicilio, biciclette elettriche, motociclette e monopattini a disposizione dei dipendenti. Fra le più apprezzate iniziative di welfare Illumia Summer Camp per aiutare i collaboratori con figli durante le vacanze scolastiche. Illumia prevede anche un contributo di 1.000 euro a dipendente per ogni figlio che nasce e ha erogato, nel 2022, un altro bonus di 1.000 euro per far fronte al carovita.
Per il quarto anno consecutivo, Illumia ha ricevuto il riconoscimento di ‘Welfare champion’ ed è stata eletta prima classificata, su oltre 6.000 aziende italiane intervistate, nell’indagine ‘Welfare index PMI 2022’ che valuta il livello di welfare nelle piccole e medie realtà produttive.

 

Cosa c’è di nuovo
Illumia prosegue nell’impegno sul fronte del welfare con tanti spazi costruiti sulle esigenze del dipendente, aree dedicate alla formazione, zone pensate per il relax e la condivisione.

CDA e la felicità in azienda

La felicità in azienda può sembrare un obiettivo troppo difficile da perseguire quando non addirittura una scelta utopica. Ma non è così: cresce il numero delle organizzazioni di differenti dimensioni e di settori diversi che si impegnano per cercare di migliorare il benessere e la felicità dei propri collaboratori.
Un esempio concreto è CDA, una PMI friulana che opera nel settore vending, i distributori automatici di cibi e bevande, e che da tempo ha fatto della sostenibilità un driver strategico. Da qualche tempo CDA ha al proprio interno un Chief Happiness Officer, un manager della felicità.
Si tratta di una figura professionale che ha il compito di creare organizzazioni positive e di implementare la felicità aziendale attivando un processo di cambiamento dell’organizzazione. Come riesce a farlo? Attraverso un approccio integrato che stimola il dialogo tra processi organizzativi, comportamenti e cultura aziendale. La finalità è generare coerenza facendo del benessere delle persone il centro della strategia organizzativa.
Il Chief Happiness Officer è di fatto un complexity thinker, un professionista che ha una profonda comprensione dei sistemi sociali e uno sguardo attento agli scenari futuri. Un professionista che si è formato e certificato studiando i principi della Scienza della Felicità.

Cosa c’è di nuovo
Molte imprese, anche di medio-piccole dimensioni, sono consapevoli che il benessere delle proprie persone è fondamentale il successo dell’organizzazione. Definire e mettere in atto una strategia di sostenibilità migliora l’ingaggio del pubblico interno con risultati positivi anche per il business.
Ai fedelissimi che seguono da anni il mio blog chiedo di segnalare nuovi casi che, come questo, possono essere di ispirazione per altre PMI…

Ethicjobs

L’ospite di questa settimana del mio blog è Luca Carrai di Ethicjobs, una startup che si occupa di lavoro in modo nuovo.

Ciao Luca e benvenuto sul mio blog. Prima di tutto ci spieghi di cosa si occupa Ethicjobs?
Certo che sì! Ethicjobs valuta e certifica la qualità del lavoro percepita dai collaboratori all’interno delle imprese. L’obiettivo è dare forte visibilità a tutte quelle aziende che già offrono una qualità del lavoro eccellente, aiutando invece le altre ad efficientarsi a livello sociale e, di conseguenza, a livello economico. Per farlo, rilasciamo certificati di eccellenza etica a tutte le aziende che offrono i migliori standard lavorativi, assistendo al contempo le altre nella creazione di un ambiente di lavoro eccellente.
Aumentiamo la brand reputation delle imprese e miglioriamo le performance aziendali attraverso dati tangibili e misurabili. Aiutiamo i consumatori a scoprire il grado di benessere lavorativo all’interno delle aziende. Miglioriamo la qualità della vita di tutti i lavoratori.

Il team di Ethicjobs nasce per premiare ed elevare la qualità del lavoro in Italia. Cosa significa in concreto e come collaborate con le imprese?
Assieme ai nostri partner scientifici quali università ed esperti del settore, abbiamo implementato il primo questionario che, attraverso un approccio bottom-up (dal basso verso l’alto) va ad indagare la qualità del lavoro percepita nell’ azienda dai suoi stessi dipendenti.
Nella pratica, dopo aver ottenuto l’ok da parte dell’impresa, somministriamo il nostro questionario di valutazione ad ogni dipendente in maniera telematica. Ovviamente tutte le risposte rimangono anonime ed ogni dato è tutelato secondo le normative sulla privacy. I risultati ottenuti dalle interviste vengono così computati dai nostri algoritmi che altro non sono che formule particolari che vanno a ponderare ogni singola risposta a seconda del profilo che ce l’ha rilasciata.
A questo punto abbiamo una visione molto chiara delle performance dell’azienda in questione. All’azienda restituiamo, in maniera del tutto gratuita, i suoi risultati di massima in ogni macro area da noi indagata: Clima e rapporti, Benefit e retribuzione, Orari, Carico e bilanciamento vita privata-lavoro, Sicurezza ed adeguatezza degli spazi e degli strumenti e Persona. Arrivati a questa fase l’azienda sa già se, secondo i nostri standard, è passibile o no di certificazione. Qualora lo fosse, possiamo passare alla seconda fase, quella che noi definiamo “premium”, nella quale l’azienda può acquistare la nostra certificazione e/o il report completo con tutti i suoi risultati specifici, corredati da indici aggregati e dati sulle sue performance. Qualora invece l’impresa non risultasse ancora etica, nessun problema: noi nasciamo per dare un aiuto pratico a queste aziende. Infatti diamo loro il report accurato e dettagliato che, con numeri dati e statistiche, va a far capire all’impresa come sta performando oggi, quali sono le aree da migliorare e quindi dove può andare ad efficientarsi.

Lavorare bene per vivere meglio… Quali sono gli aspetti più rilevanti della vostra attività?
Il nostro primo obiettivo è quello di creare un forte impatto sociale. Vogliamo dimostrare che il lavoro con la L maiuscola è una conditio sine qua non un futuro sostenibile non può esistere. Vogliamo dimostrare come un lavoratore felice, sia un cittadino felice, un padre o una madre felice che apporta questo suo ben-essere a tutta la società.

Perché avete deciso di essere una Società Benefit?
Ti dico la verità: all’inizio i nostri avvocati e commercialisti, di fronte alla mia richiesta di costituirci come SB, erano molto molto scettici. Hanno provato in tutti i modi a farci cambiare idea, poiché questo avrebbe comportato soltanto ulteriori oneri da assolvere. Ma noi ci siamo impuntati: Ethicjobs nasce per dimostrare che ad oggi, fare business, e farlo in maniera etica, non solo è possibile, ma può essere anche profittevole. Siamo, per DNA, una SB: coniughiamo il profit con il valore sociale, volendo migliorare la qualità della vita di tutti i lavoratori.

Quali programmi avete per il futuro?
Diventare la prima certificazione italiana che va a valutare la qualità del lavoro all’interno delle imprese. Il tutto con un processo trasparente poiché sono gli stessi dipendenti, quelli che tutti i giorni lavorano nell’azienda, a dirci come stanno.
Vogliamo portare i temi del lavoro a tutti i consumatori per far sì che questi diventino una discriminante in fase di acquisto. Se ad esempio 2 ristoranti presentano la stessa qualità e lo stesso identico prezzo, io consumatore non potrei prendere come discriminante per sceglierne uno o un altro la qualità del lavoro offerta a quei dipendenti? Nel futuro che noi vogliamo, sì!
Ci immaginiamo un mondo in cui le persone sono serene sul lavoro, un mondo in cui i lavoratori non pensano di buttare quelle 8 ore della loro vita, un mondo in cui sia l’etica a farla da padrone. Chiediamo troppo? Secondo noi no, è per questo che un pizzico di visionarietà e tanti rischi presi, il 4 gennaio 2017 abbiamo fondato Ethicjobs. E dopo un anno posso dire che, anche se con fatica, le imprese pare che apprezzino. Ai posteri l’ardua sentenza…