La scorsa settimana durante la tappa di Genova del Salone uno dei relatori, Manuel Sericano, direttore di Agorà Soc.Coop.Soc., ha raccontato un’iniziativa molto interessante: #Nonpossoparlare. Si tratta di un chatbot utilizzabile con smartphone, tablet o computer che risponde alle domande delle donne che, costrette a casa in condizioni di abuso e violenza, non possono esporsi e chiedere aiuto. Il chatbot fornisce un supporto in modo silenzioso e non tracciato: le persone possono infatti accedere a un sito specializzato che simula una conversazione con un assistente di un centro.
Il gruppo di esperti coinvolto nel progetto ha messo insieme l’esperienza di professionisti del digitale, degli operatori sociali e degli psicologi che trattano quotidianamente con donne abusate o a rischio. Uno strumento utile in particolare nelle situazioni di crisi quando aumenta il rischio di violenze anche a seguito dell’isolamento.
 
Cosa c’è di nuovo
I chatbot rappresentano solo uno degli ambiti di applicazione dell’intelligenza artificiale che trova nuove estensioni grazie all’integrazione con la psicologia sociale. In futuro questi strumenti potranno essere utilizzati anche per interagire con chi vuole modificare i propri comportamenti in ottica sostenibile.