Se i tempi cambiano, deve cambiare anche in modo di pensare il welfare. Ottima idea quindi quella presentata ieri in Fondazione Accenture: far emergere, grazie al concorso Welfare, che impresa!, proposte innovative capaci di generare altra innovazione in uno scenario, il welfare di comunità, che diventa strategico per rispondere meglio ai bisogni che cambiano.
Interessante la riflessione sulla generazione di valore attraverso filiere sempre più sostenibili e sulla necessità di trovare modelli ibridi che tengono insieme profitto e impatto sociale. Ma il vero salto di qualità è la centralità della misurazione dei risultati. Come sappiamo la mancanza di strumenti di valutazione è uno dei punti critici del Terzo Settore: questo bando sarà l’occasione anche per proporre nuovi strumenti utili per tutti.
Le idee progettuali possono svilupparsi in quattro ambiti: agricoltura sociale, turismo sociale, welfare culturale, servizi alla persona. I progetti devono generare impatto sociale, creare occupazione in soggetti vulnerabili, fare uso di tecnologia e essere economicamente sostenibili.
L’iniziativa è promossa da Fondazione Italiana Accenture, UBI Banca e Fondazione Bracco, con il contributo scientifico di Aiccon e Politecnico di Milano – Tiresia e con il supporto di PoliHub e Campus GOEL. Siamo curiosi di vedere i risultati…