Nato a Milano nel 1933, Danilo Mainardi è conosciuto come divulgatore scientifico oltre che come etologo di fama internazionale e convinto ecologista.
Si laurea in Scienze biologiche all’Università di Parma dove insegna Zoologia dal 1967 al 1992, poi Biologia generale e successivamente Etologia.
Danilo affianca alla carriera accademica la divulgazione scientifica e l’ambientalismo mai portato a posizioni estreme. Diversi gli incarichi ricoperti: presidente della LIPU, Lega Italiana protezione uccelli, direttore dell’Italian Journal of Zoology, direttore della Scuola internazionale di etologia di Erice, professore emerito all’Università Ca’ Foscari.
È stato protagonista di molti programmi televisivi e ha scritto numerosi libri. Tra gli altri Dizionario di etologia, Lo zoo aperto, Le sorprendenti analogie tra il mondo animale e il mondo umano, L’intelligenza degli animali, Le corna del Cesare, Noi e loro – Cento piccole storie di animali.
Danilo Mainardi muore a Venezia nel 2017.
Caro Danilo,
mi hanno sempre colpito alcune tue affermazioni come “anche l’Uomo è un animale” e ”non c’è bisogno di avere una mente per stare al mondo”. Ci spieghi meglio?
Come sai ho dedicato la mia vita all’osservazione degli animali: il mio impegno è sempre stato capire il loro comportamento, le abilità comunicative, il loro habitat per poterli raccontare a tutti. I miei studi si sono concentrati principalmente sull’evoluzione del comportamento sessuale degli animali, in relazione ai ruoli parentali, a partire dallo stadio infantile. Mi affascina il comportamento sociale nel mondo animale: osservandolo, ho capito che anche le specie animali posseggono la capacità tipica dell’uomo di produrre e trasmettere cultura. Di trasferire, cioè, da un individuo a un altro la capacità di risolvere problemi. Nel mio libro L’animale culturale sostengo che anche se l’uomo è al vertice del processo evolutivo resta fondamentale capire e preservare il legame con gli animali.
Sei stato anche un volto televisivo e molti di noi ti ricordano nelle trasmissioni di Piero Angela. Quale ruolo secondo te hanno i media per diffondere una corretta cultura scientifica?
Sono stato spesso ospite a SuperQuark ma ho anche condotto la trasmissione “In difesa degli animali” che ha avuto un buon successo di pubblico. Certamente la televisione è stato uno strumento formidabile per far conoscere i miei studi senza dimenticare il ruolo avuto degli altri media che si sono interessati alle mie riflessioni come la stampa e la radio. Devo dire che il pubblico ha sempre capito che la mia passione e l’amore per gli animali erano autentici: per questo i miei interventi e anche i miei libri sono stati apprezzati.
Oggi la crisi sanitaria ci porta a riflettere sul futuro dell’ambiente, sulla salute delle persone, sulla salvaguardia della natura. Quale messaggio ti senti di dare?
L’uomo, gli animali e la biodiversità sono in stretta simbiosi tra loro: credo che questa riflessione sia quanto mai di attualità.