Oggi l’ospite del mio blog è Davide Cazzaniga di Selva Urbana.
Ciao Davide e benvenuto sul mio blog. Nel vostro sito si legge che siete nati per fare cultura e innovazione nel campo della sostenibilità. Ci racconti come è partita l’idea?
Selva Urbana nasce come progetto di sostegno alle comunità locali. Per tre anni l’avventura prosegue come progetto ambientale finanziato grazie a manifestazioni sportive di raccolta fondi, poi nel 2016, spinti da una grande azienda, ci siamo trasformati in Associazione ed è iniziato il nostro viaggio verso l’innovazione nell’ambito delle pratiche quotidiane e sostenibili. La prima foresta Selva Urbana nel 2014 contava solo 5 alberi in collaborazione con una realtà di consulenza milanese, oggi lavoriamo con enti parco, comuni medio grandi e operiamo nell’ordine dei 150 alberi ad intervento. Selva Urbana si è strutturata, ampliando il proprio organico di volontari e sviluppando consapevolezza. Oggi cooperiamo per creare concretamente strumenti di sviluppo territoriale.
Che ruolo avranno per voi gli “ambassador”?
Gli ambassador sono un form per potenziare la nostra rete. Ogni individuo, realtà o organizzazione può scegliere di diventare ambassador condividendo il proprio progetto di innovazione sociale con Selva Urbana. Stiamo lavorando per creare un network nazionale, in grado di fornirci il vero valore di ogni realtà e ci immaginiamo di ricevere richieste per diventare ambassador da tutta Italia, trasformando Selva Urbana in un grande polo di sviluppo di idee e strumenti.
Nei giorni scorsi Selva Urbana ha partecipato a “Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale”: quali sono state le vostre impressioni?
Per la nostra realtà, il Salone è stato un momento molto importante di crescita e di confronto. Nonostante il nostro lavoro sia volontario e troppo spesso in ritardo sui tempi aziendali, abbiamo sentito la reale necessità di parteciparvi per poter intendere la direzione del cambiamento. Ci sentiamo di dire che il Salone è uno spazio importante per la città di Milano e per tutte le organizzazioni che si affacciano o approfondiscono il tema della responsabilità sociale. Nonostante le difficoltà che si incontrano nel parlare di sostenibilità, il Salone è stato in grado di creare un modello capace di attirare l’attenzione e incentivare le menti verso nuovi traguardi. Siamo pienamente soddisfatti e felici di aver avuto questa possibilità che ci piacerebbe ripetere anche nel 2018.
Quali sono i programmi per il futuro?
Il futuro prossimo sarà fatto di network. Selva Urbana durante il primo anno, il 2016/2017 ha lavorato in tantissimi progetti e con molti partners che ci hanno diretto verso nuovi traguardi, ora però sentiamo la necessità di fermarci e ripensare la struttura e l’idea che avevamo di Selva Urbana rimodellandola con l’immagine futura delle città fatta di strumenti di innovazione e sviluppo. Il nostro futuro è quindi smart e digital, stiamo infatti trasformando tutte le pratiche associative (app, tessera associativa, donazioni e partecipazione attiva) per agevolare la vita delle persone continuando a seguire la mission della No Profit. Precisamente da ottobre stiamo lavorando nella direzione di uno sponsor economico che permetta di mettere in atto questa strategia e che ci supporti sotto il punto di vista della comunicazione virale.