Valongo e la transizione energetica

Valongo, piccola città del Portogallo con circa 94.000 abitanti, ha ricevuto con l’olandese Winterswijk, il premio European Green Leaf 2022, il riconoscimento destinato a valorizzare l’impegno delle realtà urbane europee con meno di 100 mila abitanti.

La città è stata premiata per l’impegno dimostrato nella transizione energetica, per lo sviluppo edilizio sostenibile e per la capacità di coinvolgere i cittadini.

La giuria del premio European Green Leaf ha riconosciuto l’approccio collaborativo adottato da Valongo che è stata capace di coinvolgere altri comuni e la popolazione, la qualità dei progetti di efficienza energetica, la realizzazione di orti urbani biologici, il sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta. In futuro sono in programma altre azioni come l’allargamento dei marciapiedi e delle piste ciclabili, la creazione di aree sociali, l’aumento dei parcheggi. Queste azioni si traducono anche in migliori condizioni di accesso al commercio locale e il miglioramento della qualità di vita delle persone. Un altro fra gli impegni del comune è la salvaguardia delle foreste che coprono quasi il 60% del suo territorio.

 

Cosa c’è di nuovo

L’amministrazione comunale intende estendere la raccolta di rifiuti porta a porta fino al 90% entro il 2030 includendo carta e cartone, imballaggi, vetro e cibo, oltre agli scarti delle famiglie, ai vestiti, alle apparecchiature elettriche ed elettroniche e all’olio da cucina che già vengono raccolti.

Roseto Valfortore e la comunità energetica

Roseto Valfortore è un comune di circa 1.000 abitanti in provincia di Foggia (che fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”) è un esempio di come si può dare vita a una comunità energetica con il coinvolgimento dei cittadini.
Il 6 luglio, dopo il via libera di E-Distribuzione, è nata ufficialmente la comunità energetica di Roseto Valfortore composta da cittadini produttori e consumatori che potrà aumentare annualmente la quota di energia rinnovabile prodotta e/o consumata, portandola entro tre anni al 100% o più del totale.
La storia di questa iniziativa parte circa 10 anni fa con due turbine eoliche e una nuova forma di società energetica, in parte pubblica e in parte privata. Il piccolo parco eolico, inaugurato nel 2012 ed è ancora funzionante è stato l’inizio di questo percorso. Il nuovo progetto prevede 4 fasi.
La fase 1, già avviata, consiste nella trasformazione di edifici residenziali e vecchi opifici da “consumer” a “prosumer” e nell’installazione di pannelli fotovoltaici da parte di ogni persona della comunità. L’autoconsumo da fonti rinnovabili arriva al 35%.
Nella fase 2 verranno installati più smart meter e nano grid (sensori intelligenti e piccoli sistemi di alimentazione elettrica) per raggiungere l’autoconsumo del 75%. Nella fase 3 verranno realizzati impianti comunitari per raggiungere un consumo energetico del 100%, destinando l’eventuale eccedenza di energia alla vendita. La fase 4 prevede l’estensione della comunità energetica a tutto il territorio circostante.
Questo piccolo paese sta cercando di costruire un modello per lo sviluppo locale auto-sostenibile che si basa sulla valorizzazione di tutte le risorse del territorio: persone, fonti di energia alternativa, cultura.

Cosa c’è di nuovo

I piccoli borghi come Roseto Valfortore possono essere laboratori per start up e tecnologie innovative. Un esempio verso la transizione ecologica che può essere imitato.

 

Emilia Romagna: la condivisione è un impegno per tutti

L’Emilia Romagna è spesso all’avanguardia quando si tratta di attivare iniziative multistakeholder. Nel mio blog avevo scritto del tavolo territoriale SmartBo, coordinato dal Comune al quale partecipano associazioni imprenditoriali, singole imprese e altre organizzazioni pubbliche della città e in alcuni altri articoli ho più volte citato l’esperienza della Fondazione per l’Innovazione Urbana.
Nella direzione della condivisione e della collaborazione va anche il Patto per il Lavoro e per il Clima che la Regione Emilia Romagna ha definito con enti locali, sindacati, imprese, scuola, atenei, associazioni, professioni, Camere di commercio e banche. Un progetto condiviso per il rilancio e lo sviluppo che si è dato alcuni obiettivi precisi. Per esempio, la completa decarbonizzazione entro il 2050 e 100% di energie rinnovabili al 2035, il 3% del Pil regionale in ricerca e Neet (giovani che non studiano e lavorano) sotto il 10%.
Un programma che vuole accompagnare il tessuto produttivo e le parti sociali alla transizione ecologica ma che rappresenta anche un’occasione per tutti di esprimersi e di progettare nuove azioni per il clima, condividere informazioni, avviare iniziative che possono essere adottate anche dai singoli firmatari.

Cosa c’è di nuovo
In Emilia-Romagna il futuro lo costruiamo insieme: mi sembra una dichiarazione decisamente importante soprattutto perché vede una serie di azioni concrete. Andiamo quindi ben “oltre” alla proposta di un claim di successo.

Carioca sempre più verde

Carioca ha comunicato nelle scorse settimane che l’impegno per lo sviluppo sostenibile crescerà sempre di più. Dal mese di giugno 2020 l’azienda ha iniziato una politica di riuso e riciclo sia per quanto riguarda i prodotti che per imballaggi e packaging. Per i prodotti, la nuova politica di sostenibilità ambientale ha già portato a un risparmio nell’utilizzo di plastica fossile per più di 80 tonnellate. La sostituzione della plastica riciclata ha infatti consentito un risparmio nei processi di produzione di 42 tonnellate e altre 40 tonnellate sono state risparmiate utilizzando il nuovo materiale Ecoallene, 100% da riciclo poliaccoppiati.
Per il prossimo anno l’obiettivo è raddoppiare la quantità di plastica da riciclo utilizzata e aumentare l’utilizzo di plastica riciclata post-consumo anche su altri prodotti in assortimento.
Cosa c’è di nuovo
Mille colori ma sempre più verde: questo l’impegno di Carioca che intende contribuire allo sviluppo sostenibile anche attraverso una rivisitazione dei suoi prodotti e dei suoi processi produttivi.

TIM Green

Nelle scorse settimane TIM ha lanciato una nuova linea di soluzioni e servizi a basso impatto ambientale con l’obiettivo di ridurre le emissioni in atmosfera. Si tratta di smartphone ricondizionati e di una nuova ‘SIM green’ che, oltre ad avere una dimensione ridotta, è realizzata con il 60% di plastica riciclata e ha un packaging biodegradabile.
L’iniziativa fa parte del progetto TIM Green che identifica i prodotti e i servizi pensati e realizzati in ottica sostenibile che l’azienda promuove anche per favorire il riciclo e il riuso dei prodotti che rischiano di avere un fine vita non corretto.
Queste attività, legate alla riduzione delle plastiche e dei rifiuti elettronici, si inseriscono nel più ampio progetto aziendale di abbattimento dell’emissione di CO2. L’obiettivo è infatti riuscire a raggiungere la carbon neutrality entro il 2030.

Cosa c’è di nuovo
Continua il percorso di TIM per coniugare innovazione e sostenibilità. La ricerca di nuove soluzioni fa parte dell’Operazione Risorgimento Digitale, iniziativa finalizzata al miglioramento della qualità della vita delle persone e dell’ambiente.