Metro Italia e la sostenibilità

Contribuire a un futuro sempre più sostenibile dei consumi fuori casa: questo l’obiettivo di Metro che da qualche tempo ha rafforzato le proprie strategie di responsabilità sociale d’impresa.
Sono 6 le linee guida a cui si ispira l’azienda: filiera alimentare, made in Italy, salute e alimentazione, zero sprechi, impatto ambientale, diritti umani.
Un impegno che parte dalla produzione per arrivare al consumatore finale e che vede Metro attivarsi per raggiungere alcuni obiettivi importanti. Per esempio in tema di riduzioni di emissioni di CO2 l’azienda dichiara di voler arrivare a essere 100% neutrale entro il 2040 in tutto il mondo. Per quanto riguarda il packaging Metro punta a eliminare entro il 2023 PVC ed Eps dalle confezioni, sostituendoli con carta, cartone e legno certificati FSC o con plastica riciclabile, riciclata, compostabile e per il re-use. Un’azione che consentirà a livello di gruppo di risparmiare circa 2000 tonnellate di plastica.

Cosa c’è di nuovo
Cresce nel mondo della grande distribuzione l’impegno per l’innovazione e per il controllo della filiera con l’obiettivo di creare valore per tutti gli stakeholder coinvolti.

REMARC

A Pisa, durante la quarta tappa del Salone della CSR, è stata presentata l’attività di REMARC – Responsible Management Research Center – un centro di ricerca dell’Università di Pisa coordinato da Elisa Giuliani che sviluppa iniziative davvero innovative.
Gli obiettivi del centro, nato nel 2017, sono ambiziosi: contribuire a ripensare radicalmente il modo di fare impresa; sradicare l’idea che lo sviluppo economico viene prima dei diritti e dell’ambiente; far comprendere che esistono soluzioni alternative rispetto all’attuale modello economico.
Le aree di ricerca di cui si occupa REMARC sono diverse: rapporto tra imprese multinazionali, diritti umani e sviluppo economico sostenibile; innovazione e scienza responsabile; comunicazione e messa in pratica della CSR etc.
REMARC offre anche un’attività di formazione per manager e policy maker: solo coinvolgendo in modo nuovo queste persone si potrà velocizzare il percorso verso un’economia più sostenibile. Una sfida che ci deve vedere tutti protagonisti.

Cosa c’è di nuovo
La collaborazione tra soggetti diversi e l’interdisciplinarietà sono le caratteristiche di REMARC che mette al centro l’idea della contaminazione, un valore di cui tanti parlano ma pochi praticano.

Dai diritti umani alla CSR: intervista a Margherita Leder

La CSRnative di questa settimana è Margherita Leder di AIESEC.

La tua iscrizione al network è recente: quali sono le tue aspettative?
Scopo principale della mia partecipazione al network è incontrare e condividere esperienze legate al tema del CSR. Capire e approfondire come la CSR possa e debba rappresentare non solo il futuro, ma soprattutto il presente del mondo aziendale. Creare spazi di condivisione rappresenta il primo passo per il coinvolgimento sul tema.

Nella tua presentazione per il sito CSRnatives hai scritto che sei appassionata di diritti umani: cosa intendi con questa affermazione?
Mi sono occupata di diritti umani nel mondo accademico universitario e nel mondo delle Nazioni Unite di Ginevra: ritengo che ogni essere umano, indipendentemente da dove sia nato o dal proprio status sociale, detenga una serie di diritti inalienabili. Attualmente, nel mondo ed in Italia, le violazioni perpetrate e comprovate sono ancora numerose, nonostante gli sforzi degli attori in gioco. Per questo, mi impegno attivamente ogni giorno tramite il mio lavoro e nella mia vita privata, per creare progetti che permettano ad ogni persona di partire da un base di partenza comune, in allineamento con gli SDGs dell’Agenda 2030.

Nei giorni scorsi hai partecipato al secondo incontro dei CSRnatives aperto al pubblico: quali sono state le tue impressioni?
L’incontro ha permesso di focalizzarsi sul ruolo del CSR Manager e sulle sfide che incontra ogni giorno in azienda per rendere la CSR strategica e non attività di comunicazione. Si sono messi in luce i punti più complessi, ma anche il desiderio costante di impegnarsi per rendere le imprese sempre più sostenibili. Credo molto che gli spazi di condivisione siano utili, ma ritengo che sia poi necessario confrontarsi anche con coloro che di CSR non si occupano, per comprendere al meglio quali siano le complessità e il rifiuto che si ha da parte di buona parte del mercato di impegnarsi attivamente per la ristrutturazione aziendale basata sul CSR.