M’Illumino di meno! per accendere la cultura

downloadUn post speciale per una giornata speciale. Oggi la sostenibilità è al centro dell’attenzione grazie a M’illumino di meno, iniziativa lanciata con successo da Caterpillar e arrivata alla decima edizione.

Un appuntamento che va oltre i confini nazionali: da Londra a Tel Aviv, passando per Herning in Danimarca, sono in molti ad aver risposto all’appello. Dalle 18 alle 19.30  si spegnerà la luce su alcune opere del nostro ricco (e bistrattato!) patrimonio artistico.
Il messaggio è chiaro: non può esserci sostenibilità ambientale senza cultura. Un filo sottile ma resistente che tiene assieme, salvaguardandoli a vicenda, patrimonio artistico e naturale.

Un gesto certamente simbolico che aumenta l’attenzione  alla sostenibilità  e diffonde un valore così importante per il futuro del nostro Paese e di tutto il pianeta.

E noi che crediamo nella CSR vogliamo essere da meno? Partecipiamo!

Advisor etico

adv2Perché in Italia non è diffusa la figura dell’advisor etico? L’inserimento di questo profilo  professionale potrebbe contribuire alla diffusione di strategie di CSR più corrette? Probabilmente si. Come molti sanno, è una figura ponte tra il consulente classico e l’auditor, vicino all’azienda ma allo stesso tempo dotato di un particolare occhio critico. L’advisor etico non è infatti un certificatore o un avvocato specializzato in diritto ambientale, ma un professionista chiamato a valutare il livello di responsabilità sociale degli strumenti finanziari attraverso un controllo preventivo sugli investimenti. Ma anche a verificare la correttezza dell’impresa nell’utilizzo di tecnologie o di pratiche rispettose dei diritti umani e ambientali.

Short-termismo

downloadNon è una nuova malattia ma il problema di cui soffrono alcuni imprenditori e manager capaci di considerare solo i risultati nel breve periodo. Un problema grave perché impedisce lo sviluppo di strategie di CSR che a volte richiedono tempi medio lunghi per portare risultati interessanti. Troppe trimestrali, scadenze molto ravvicinate, mancanza di investimenti in programmi a sviluppo pluriennale: sono queste alcune delle cause e dei fattori che condizionano un sistema imprenditoriale affetto da short-termismo.

Lotta allo spreco alimentare: un’azione di CSR?

foodCertamente sì, ed è per questo che ne parlo nel mio blog. Lo spunto me lo offre la notizia che il prossimo 5 febbraio sarà lanciata dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, definita il primo passo di una strategia nazionale che ha l’obiettivo di dimezzare gli sprechi nel prossimo decennio.

Forse non tutti sanno che in Italia lo spreco domestico, oltre ad essere un comportamento non etico, è stato quantificato in 8,7 miliardi di euro, pari allo 0,5 % del PIL, con un costo per le famiglie di 7,06 euro la settimana.

Le imprese impegnate in percorsi di CSR possono contribuire alla riduzione dello spreco alimentare? Alcune lo stanno già facendo con successo grazie alle diverse iniziative messe in campo.

La più diretta e semplice da organizzare è la raccolta del cibo avanzato nella mensa aziendale. Esiste, per esempio, un programma che si chiama Siticibo gestito dalla Fondazione Banco Alimentare al quale aderiscono molte aziende in diversi territori. Nato a Milano nel 2003, Siticibo è la prima applicazione italiana della Legge 155/2003 (cosiddetta del Buon Samaritano) e ha lo scopo di recuperare il cibo cotto e fresco in eccedenza nella ristorazione organizzata e in particolare nelle mense aziendali. In un anno il Banco Alimentare riesce a raccogliere circa 300 tonnellate di pane e frutta e oltre 650.000 piatti pronti. Un aspetto positivo per le aziende, ad esempio Edison, è il coinvolgimento dei dipendenti in questa attività che si iscrive a pieno titolo nel volontariato d’impresa.

Un’altra modalità interessante per contribuire alla lotta allo spreco alimentare è l’educazione del consumatore: per esempio, l’impresa può inserire suggerimenti contro lo spreco sul packaging oppure proporre ricette per utilizzare un prodotto in scadenza. Tra le altre lo sta facendo il gruppo Granarolo, da anni impegnato a sostenere campagne anti-spreco anche con iniziative pubbliche promosse con l’organizzazione Last Minute Market.

Un altro esempio ancora è l’introduzione sul mercato di confezioni monoporzioni che rispondono meglio alle esigenze dei single, in crescita anche nel nostro Paese, e che consentono di ridurre gli sprechi.

Ma l’obiettivo più strategico è prevenire lo spreco del cibo, non solo recuperarlo: per farlo sono necessarie azioni congiunte e coordinate lungo tutta la filiera alimentare, dai produttori ai consumatori e ai policy makers. Speriamo che la Giornata del 5 febbraio sia solo l’inizio…

LA BUONA CSR: DAL MONDO DEL GELATO SOLIDERIETA’ MA NON SOLO

il_gusto_della_solidarietà
Il gusto della solidarietà

Chi si trovava nei giorni scorsi al SIGEP di Rimini non poteva che rimanere piacevolmente stupito per l’ampiezza e la vivacità di questa fiera, la più importante al mondo nel settore della gelateria artigianale e vetrina europea primaria del dolciario artigianale e caffè.

Con 16 padiglioni, centinaia di espositori, 150.000 visitatori la manifestazione è davvero un appuntamento importante e ricco di proposte: corsi, concorsi, incontri di aggiornamento oltre, naturalmente, alla presentazione di tecnologie, macchinari, prodotti innovativi.

Ma quello che colpisce in questa fiera non sono i numeri, anche se davvero importanti, ma scoprire che molte imprese che in questo mondo operano con successo hanno adottato i principi della CSR coniugando il loro business con l’attenzione all’ambiente e al sociale.

L’occasione è stata il seminario Una “buona” CSR: responsabilità condivise, vantaggi per tutti promosso da CNA Rimini (che da anni realizza l’iniziativa Non congelateci il sorriso) che ha messo in luce alcune esperienze di imprese che hanno realizzato progetti che vanno dalla collaborazione con organizzazioni del Terzo Settore al ripensamento in chiave sostenibile della propria attività.

Per esempio Fabbri 1905 che da anni collabora con la Fondazione ANT nella definizione e gestione di progetti a favore di persone con problemi oncologici che possono avvalersi di prestazioni mediche, infermieristiche e psicologiche specializzate direttamente a casa. Dal 2010, grazie all’iniziativa Con un gelato regali un sorriso, l’azienda devolve a ANT il ricavato delle vendite di gelato all’Amarena Fabbri. Ma l’impegno dell’azienda è anche su altri fronti: con il Programma Goccia Verde, ha infatti avviato un interessante percorso di sostenibilità ambientale.

Un altro esempio di impegno a tutto tondo è quello di Mac3, azienda poco conosciuta al grande pubblico ma leader nel settore dei prodotti per la gelateria, che ha adottato una strategia di CSR molto articolata: con il progetto Respect l’impresa è impegnata in iniziative sociali ma anche ambientali. Trasparenza, qualità, rispetto sono i principi che ispirano questa organizzazione che, tra le altre cose, continua ad assumere persone, in particolare giovani.

Al termine del SIGEP anche un’interessante iniziativa “collettiva”: con Il gusto della solidarietà tutto il gelato rimasto, per un valore di circa 100.000 euro, è stato messo a disposizione di alcune associazioni del territorio. A fronte di un’offerta libera è stata consegnata una vaschetta di gelato artigianale da 1,5 kg. Il ricavato è andato a chi, come il Banco della Solidarietà e altre organizzazioni, si occupa di povertà e assistenza sul territorio

Chi dice che la CSR è morta o sostiene che le difficoltà del momento hanno fatto dimenticare alle imprese la dimensione sociale e ambientale doveva venire a Rimini. Avrebbe scoperto non solo che la CSR è viva ma che si sta radicando in imprese che hanno fatto della sostenibilità una scelta strategica.

Un impegno che va ben oltre la pura solidarietà.