Certamente sì, ed è per questo che ne parlo nel mio blog. Lo spunto me lo offre la notizia che il prossimo 5 febbraio sarà lanciata dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, definita il primo passo di una strategia nazionale che ha l’obiettivo di dimezzare gli sprechi nel prossimo decennio.
Forse non tutti sanno che in Italia lo spreco domestico, oltre ad essere un comportamento non etico, è stato quantificato in 8,7 miliardi di euro, pari allo 0,5 % del PIL, con un costo per le famiglie di 7,06 euro la settimana.
Le imprese impegnate in percorsi di CSR possono contribuire alla riduzione dello spreco alimentare? Alcune lo stanno già facendo con successo grazie alle diverse iniziative messe in campo.
La più diretta e semplice da organizzare è la raccolta del cibo avanzato nella mensa aziendale. Esiste, per esempio, un programma che si chiama Siticibo gestito dalla Fondazione Banco Alimentare al quale aderiscono molte aziende in diversi territori. Nato a Milano nel 2003, Siticibo è la prima applicazione italiana della Legge 155/2003 (cosiddetta del Buon Samaritano) e ha lo scopo di recuperare il cibo cotto e fresco in eccedenza nella ristorazione organizzata e in particolare nelle mense aziendali. In un anno il Banco Alimentare riesce a raccogliere circa 300 tonnellate di pane e frutta e oltre 650.000 piatti pronti. Un aspetto positivo per le aziende, ad esempio Edison, è il coinvolgimento dei dipendenti in questa attività che si iscrive a pieno titolo nel volontariato d’impresa.
Un’altra modalità interessante per contribuire alla lotta allo spreco alimentare è l’educazione del consumatore: per esempio, l’impresa può inserire suggerimenti contro lo spreco sul packaging oppure proporre ricette per utilizzare un prodotto in scadenza. Tra le altre lo sta facendo il gruppo Granarolo, da anni impegnato a sostenere campagne anti-spreco anche con iniziative pubbliche promosse con l’organizzazione Last Minute Market.
Un altro esempio ancora è l’introduzione sul mercato di confezioni monoporzioni che rispondono meglio alle esigenze dei single, in crescita anche nel nostro Paese, e che consentono di ridurre gli sprechi.
Ma l’obiettivo più strategico è prevenire lo spreco del cibo, non solo recuperarlo: per farlo sono necessarie azioni congiunte e coordinate lungo tutta la filiera alimentare, dai produttori ai consumatori e ai policy makers. Speriamo che la Giornata del 5 febbraio sia solo l’inizio…