Hai da poco assunto il ruolo di responsabile pubbliche relazioni di AIESEC Italia: quali sono i principali impegni che ti aspettano?
Mi sono trasferita a Milano da quasi due mesi e dopo un periodo di “transizione” assieme al mio predecessore, ho ufficialmente assunto il ruolo di External Relations Manager nel direttivo nazionale di AIESEC Italia. Per i prossimi 365 giorni, sarò responsabile delle pubbliche relazioni e della gestione di alcune partnership storiche con aziende che ormai da qualche anno supportano la nostra organizzazione e credono in noi. Per quanto riguarda il lato pubbliche relazioni, il mio obiettivo è il posizionamento del brand AIESEC nell’ambiente che ci circonda, gestendo le relazioni con i media partner, tra cui principalmente settimanali, quotidiani online e giornalisti freelance. Sono sempre di più i nostri media partner che hanno deciso di credere in noi e nel nostro obiettivo: creare una leadership giovanile consapevole e responsabile verso le generazioni future; una generazione che abbraccia il cambiamento e ripone i suoi sforzi nelle piccole azioni quotidiane per assicurarsi un domani migliore.
AIESEC realizza da anni molte interessanti iniziative in tutto il mondo: qual è il progetto che ti appassiona di più e che giudichi più “sfidante”?
Uno dei progetti in cui più credo e vedo come una sfida che porterebbe a grandi soddisfazioni è il progetto InteGREAT. Il progetto è stato ideato da AIESEC Italia ad Agosto 2015 e coinvolge i centri di accoglienza per rifugiati. Al momento, la maggior parte dei progetti sono in Italia, ma sono stati replicati anche in Finlandia, Austria e Ungheria. Il progetto consiste nell’inserimento di un volontario internazionale AIESEC all’interno del centro di accoglienza. Il fine dell’iniziativa è quello di facilitare tramite workshop e attività l’integrazione dei rifugiati nella comunità locale.
Uno degli obiettivi di AIESEC a livello globale è quello di dare una forma al mondo basandosi sulle sue necessità. Il tema rifugiati è parte dell’attualità del nostro Paese ed è una tematica che mi sta davvero a cuore. Per me non significa soltanto offrire una nuova opportunità per costruire il futuro, ma significa anche educare alla tolleranza, abbracciare la diversità come un’opportunità unica per imparare e costruire una società migliore, aperta al cambiamento e alla solidarietà. InteGREAT è una sfida in cui credo, perché ci dimostra come noi giovani non dobbiamo semplicemente dare la colpa a chi dall’alto è responsabile del prendere decisioni; al contrario, dobbiamo sentire la responsabilità delle nostre azioni e credere che dedicando il nostro tempo a questa causa possiamo davvero fare la differenza.
Hai dichiarato che i tuoi valori cardine sono il desiderio di imparare sempre cose nuove viaggiando e l’attenzione al bene comune: ci spieghi meglio cosa intendi con questa affermazione?
Durante i miei anni al liceo linguistico ho avuto modo di viaggiare molto. Adoro viaggiare e vedo ogni singola esperienza all’estero come un mezzo di introspezione e di scoperta di nuove culture. Vivere un viaggio come mezzo di introspezione mi permette ogni volta di riscoprire il mio potenziale e le qualità di me stessa che in precedenza ignoravo. L’emblema di questa concezione è l’esperienza di volontariato che ho vissuto in Serbia questo inverno per 6 settimane. Ho avuto l’opportunità di insegnare l’italiano in una scuola elementare. Inserendomi all’interno di un ambiente distante dalla mia quotidianità (studio Giurisprudenza e sicuramente non ho mai avuto esperienza con l’insegnamento), mi ha permesso di mettermi alla prova, superare i miei limiti e riscoprire qualità che pensavo di non avere, come ad esempio relazionarmi in base alla persona che ho davanti, adottare diversi stili di comunicazione, elaborare presentazioni creative e saper parlare in pubblico. Infine, il prendersi cura del “bene comune” deriva dal mio animo filantropico, che racchiude passione, cura e senso di responsabilità verso l’ambiente che mi circonda. La frase che racchiude la mia visione è “no man is an island” di John Donne. È impossibile rinchiudersi all’interno della propria isola. Ogni nostra azione influenza l’ambiente esterno. Siamo perennemente connessi con le persone che ci circondano: prendersi cura degli altri significa prendersi cura di sé stessi.