Acea e la app Waidy WOW

Mai come in questi giorni si è parlato del problema della gestione corretta della risorsa idrica anche a causa della siccità che sta colpendo il nostro paese.
Ci sono imprese, come il Gruppo Acea, che da tempo sono impegnate nella ricerca di soluzioni innovative per promuovere una maggior attenzione all’uso di questo importante bene. Un’iniziativa interessante è Waidy WOW, una app che accompagna le persone tra i percorsi dell’acqua più interessanti e indica i punti idrici più vicini nella città. Ma che ha anche la funzione di aiutare i cittadini a monitorare la propria idratazione giornaliera e a ridurre l’impatto ambientale.
Waidy WOW – acronimo di “water identity” – è nata nel 2019 dall’idea di un team del Gruppo Acea che ha partecipato all’Innovation Garage, programma di imprenditorialità ideato per promuovere la cultura dell’innovazione. Le persone che scaricano l’app vengono ingaggiate e da semplici utenti diventano ambassador dell’acqua e dell’ambiente.

Cosa c’è di nuovo
Come si legge sul sito Waidy WOW è molto più che una app: è un ecosistema innovativo, digitale e sostenibile. Un altro esempio di come la tecnologia può diventare un’alleata importante della sostenibilità.

WAMI

L’ospite di questa settimana del mio blog è Giacomo Stefanini di WAMI – Water with a Mission.

Ciao Giacomo e benvenuto sul mio blog.
Ci siamo conosciuti al Salone della CSR dove WAMI quest’anno era presente come partner tecnico. Come è partita l’idea?
L’idea di WAMI è nata quando mi trovavo negli Stati Uniti per ragioni di studio. Durante un corso di Corporate Social Responsibility sono venuto a conoscenza di un nuovo modo di fare azienda che si sta diffondendo in tutto il mondo e che ha al centro non il profitto, ma bensì il valore sociale generato. Ci presentarono un’azienda chiamata TOMS che negli Stati Uniti era famosissima. Il loro fondatore creò TOMS durante un viaggio in Argentina in cui aveva notato che molti bambini non avevano scarpe. Così, per cambiare la vita a quei bambini, decise di creare un nuovo brand di scarpe che avesse la missione di donarne un paio per ogni paio venduto. Da lì nacque questo nuovo modello chiamato “Buy One, Give One” che consiste nel donare a chi ne ha bisogno il prodotto che compriamo per noi stessi, facendo un acquisto consapevole e responsabile. È stato in quel momento che ho cominciato a pensare a come avrei potuto replicare quel modello in Italia. Qui il mercato dell’acqua è grandissimo, ed allo stesso tempo oggi ancora 700 milioni di persone non hanno accesso a questa risorsa. Da qui l’idea che una nuova marca di acqua con una missione avrebbe potuto cambiare il mondo, semplicemente dando l’opportunità a milioni di persone di donare acqua con ogni bottiglia di acqua comprata.

Vi definite, giustamente, un’impresa con una missione sociale. Qual è tra le iniziative concluse quella che ritieni abbia avuto l’impatto più significativo?
Il progetto idrico in Senegal è sicuramente la nostra iniziativa più significativa. Ad Eguilaye, nella regione di Tenghory, abbiamo realizzato insieme a Fondazione ACRA non più un pozzo, ma un vero e proprio acquedotto che porta l’acqua direttamente nelle case delle 53 famiglie che compongono la comunità. Questo progetto rappresenta sicuramente un passo in avanti in quanto porta il servizio ad un livello nettamente superiore. Prima, anche con i pozzi, le persone dovevano comunque impiegare gran parte del loro tempo per andare a prendere l’acqua, invece ora non devono far altro che aprire il rubinetto. Ogni giorno nel mondo vengono sprecate 200 milioni di ore da donne e bambini che raccolgono l’acqua per la propria famiglia, l’equivalente del tempo necessario per costruire 28 Empire State Building. Se solo non fosse più necessario perdere questo tempo per la ricerca dell’acqua ma si potesse invece investire nell’istruzione o nel lavoro l’impatto sull’economia locale sarebbe incredibile. Un immediato accesso all’acqua permette infatti alle donne di dedicare più tempo alla propria famiglia e ad altre mansioni ed ai bambini di passare più tempo a scuola. L’acqua è fondamentale per promuovere lo sviluppo economico in quanto permette di ridurre il livello di povertà ed aumentare il livello di istruzione delle popolazioni.

Quali sono i progetti in corso e quali i programmi per il futuro?
Al momento tutti in WAMI siamo impegnati nel far conoscere il nostro progetto al maggior numero di persone e ad ampliare la distribuzione. Stiamo attualmente cominciando con i primi store dell’insegna Carrefour per arrivare gradualmente a 200 Carrefour Market e a tutti gli Iper Carrefour sparsi in Italia. Sbarcare nella GDO rappresenta un vero punto di svolta perché solo così molte persone potranno partecipare alla missione di WAMI. Questi piccoli traguardi ci danno la conferma che il nostro progetto viene compreso ed apprezzato e speriamo grazie a questa grande possibilità di arrivare entro un anno a 8 progetti conclusi. Abbiamo in programma di continuare a lavorare con Fondazione ACRA, che al momento ha un progetto molto ampio in Senegal volto a portare l’acqua direttamente nelle case delle persone in moltissimi altri villaggi, così come è stato fatto ad Eguilaye. Vogliamo essere sicuri che i nostri progetti abbiano il maggior impatto possibile sulle comunità: progetto dopo progetto vogliamo riuscire a garantire l’accesso all’acqua potabile a quante più persone possibile.

ACQUA, CSR, SOSTENIBILITA’

La Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo) è passata quasi sotto silenzio: qualche citazione sui media generalisti, alcuni approfondimenti su siti e riviste specializzate… Questa ricorrenza, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 era dedicata quest’anno alle relazioni tra acqua ed energia.

Perché così scarsa attenzione a un tema che è tra i più importanti per il futuro del pianeta?

In realtà, alcune imprese responsabili si stanno impegnando per valorizzare questo bene così importante e soprattutto si sono attivate per ridurre o far ridurre il consumo di acqua.

Ricordiamo, tra le altre, la storica campagna Aquafresh che invita i consumatori a chiudere il rubinetto quando si lavano i denti oppure la più recente iniziativa di Mutti che si impegna a ridurre l’impronta idrica e di carbonio dell’intera filiera produttiva, dalla coltivazione del pomodoro al prodotto finito. Un impegno comunicato in modo efficace anche attraverso un’infografica che fornisce alcuni dati: la riduzione del 3% dell’impronta idrica porta un risparmio annuale di acqua equivalente a 400 piscine olimpioniche (1 piscina contiene 2.500 metri cubi di acqua), oltre 6 Colossei pieni di acqua (superficie 3.357m2 , altezza 48.5 m), 7 milioni di vasche da bagno (ogni vasca contiene circa 140 litri), una quantità di acqua necessaria per cucinare 1.250.000.000 piatti di pasta. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con WWF e Università della Tuscia, rappresenta anche un esempio interessante di processo collaborativo.

Ma è possibile contribuire anche in altro modo allo sviluppo di una cultura più attenta all’acqua. È il caso della campagna realizzata da una Università del Perù che per promuovere l’iscrizione di nuovi studenti alla Facoltà di ingegneria e tecnologia, ha creato una installazione che condensa l’acqua fornendo questa preziosa risorsa a chi non ce l’ha. Gli studenti l’hanno realizzata collegandola a un impianto capace di raccogliere l’umidità e trasformarla in acqua. Un servizio importante in una zona dove l’umidità arriva a volte al 98% ma il suolo resta sempre molto arido. Davanti all’installazione si sono formate subito lunghe file di adulti e bambini impegnate a far rifornimento di acqua. La comunicazione naturalmente ha avuto un ruolo determinante per dare visibilità all’iniziativa tanto che la notizia ha superato anche i confini nazionali. Costo dell’operazione: 1.200 dollari; risultato: aumento del 28% delle iscrizioni all’università.

Sono solo alcuni esempi di come la creatività può essere al servizio della comunità e dell’ambiente e nello stesso tempo favorire il business.