Nei giorni scorsi in Scozia è stata inaugurata la prima strada in plastica riciclata. Il progetto è dell’ingegnere Toby McCartney, fondatore della start up MacRebur. La società ha messo a punto un procedimento per produrre pellet polimerici che sostituiscano parte del bitume, la miscela di idrocarburi utilizzata come legante nelle pavimentazioni stradali. Come sanno anche i non addetti ai lavori (come me) l’asfalto è un miscuglio di materiale inerte e bitume che richiede molti barili di petrolio per essere fabbricato.
McCartney racconta che l’idea nasce quasi per caso durante un viaggio in India dove assiste a una pratica locale: riempire le buche stradali con rifiuti di plastica che vengono cosparsi di benzina e bruciati in modo da riempire il foro. Un metodo certamente non ortodosso ma che ha ispirato McCartney e lo ha portato a immaginare come realizzare strade con la plastica riciclata.
La ricetta della start up in realtà non si allontana molto, in linea teorica, dalla materia prima, ossia il greggio. Lo fa invece sul piano pratico dal momento che la fonte dei suoi pellet polimerici sono i rifiuti di plastica. I granuli, battezzati con il nome MR6, sono un agglomerato di polimeri selezionati e specificamente progettati per migliorare la resistenza e la durata di asfalto.
Cosa c’è di nuovo
Un progetto che potremmo definire win win. Sul piano tecnico, dicono i responsabili della MacReuber, si ha un aumento della resistenza alla trazione, alla deformazione e alla rottura oltre ad una migliore adesione. Il manto stradale è fino al 60% più resistente del tradizionale asfalto e in grado di durare dieci volte di più. Sul piano ambientale, il vantaggio è ridurre la plastica che va in discarica e riutilizzarla in modo innovativo. Quanto dovremo aspettare perché il progetto diventi possibile anche in Italia? Sembra che i problemi siano legati alla normativa sul riutilizzo dei rifiuti…
Nel 1781 l’illuminista italiano Caracciolo, in una lettera all’altro illuminista Galliani, già disquisiva sulla “forza destruttiva , dispotica e illimitata della burocrazia”. Come sappiamo, questo “potere degli uffici” (come si sa la parola deriva dal greco e dal francese) domina ancora oggi, tenendoci irrimediabilmente legati al passato. Niente stupore, però: si da che il potere lavora soltanteo per mantenere se stesso…
We only have to wait as long as peiple in Italy ask for it. We are ready at MacRebur fir Italy’s roads. Toby
L’innovazione, lo abbiamo detto più volte, è spesso uno strumento di sostenibilità