Non è una nuova malattia ma il problema di cui soffrono alcuni imprenditori e manager capaci di considerare solo i risultati nel breve periodo. Un problema grave perché impedisce lo sviluppo di strategie di CSR che a volte richiedono tempi medio lunghi per portare risultati interessanti. Troppe trimestrali, scadenze molto ravvicinate, mancanza di investimenti in programmi a sviluppo pluriennale: sono queste alcune delle cause e dei fattori che condizionano un sistema imprenditoriale affetto da short-termismo.
Problema che forse ha le proprie origini nell’intreccio perverso tra le richieste dei fondi di investimento che volevano (e vogliono) massimizzare il risultato nel breve e gli interessi dei manager, che affidano alle stock option le proprie fortune. Così, ad esempio, se un manager si dà da fare per licenziare, i costi diminuiscono, i risultati nel breve aumentano, conseguentemente cresce anche il valore delle azioni, i fondi ci guadagnano e, poiché cresce anche il valore delle stock option aumenta anche il guadagno del manager. Da notare inoltre che, come si sa, i contratti dei manager sono sempre più che “tamburati”, così che se per caso dopo un po’ l’azienda comincia ad andare male e il manger viene licenziato, le sue liquidazioni sono ovviamente sempre esorbitanti.
E’ un problema che si vive in modo evidente nel nonprofit, sempre alla rincorsa della sostenibilità o, meglio, del far quadrare i conti. Grazie dello spunto. Lo riprenderò per il mio prossimo post su Nonprofit Blog http://elenazanella.it
non avere una visione…ecco il problema di tutti coloro che nel profit e nel non profit hanno perso il senso del futuro