Reshoring

E’ un termine di cui si parla poco nel nostro Paese: si tratta del ritorno in patria di aziende che avevano delocalizzato verso Paesi a basso costo del lavoro e che ora decidono di “tornare a casa“. Il dibattito su questo fenomeno è molto vivace negli Stati Uniti (www.reshorenow.org). Tra le imprese americane che stanno riportando l’attività di produzione negli USA vi sono General Electric, Caterpillar, Apple che promette di assemblare in patria i propri computer, Wal-Mart che darà la precedenza ai fornitori nazionali etc. Si tratta di un ripensamento strategico per chi aveva privilegiato l’insediamento di stabilimenti in Paesi dove la mano d’opera costava meno sottovalutando altri costi come, per esempio, il trasporto e, forse e soprattutto, i danni di immagine visto quanto è accaduto e accade in quei Paesi in termini di sfruttamento dei lavoratori? Oppure è frutto di un cambiamento nelle politiche economiche del governo degli Stati Uniti? Questo cambiamento porterà una reale ripresa economica con nuovi posti di lavoro, aumento della produzione industriale, maggior fiducia dei consumatori? Se questa inversione di tendenza si manifesterà anche nel nostro Paese, quali conseguenze potrà avere sulle scelte strategiche delle imprese CSR oriented?

8 pensieri riguardo “Reshoring”

  1. Non mi esprimo sull’esperienza USA che non conosco, ma il rientro delle delocalizzazioni italiane -per quanto vedo- coincide con lo sviluppo dell’economia della condivisione e con una diversa idea della competizione di cui proprio tu ci ha parlato recentemente nel tuo blog. Lo testimoniano lo sviluppo della cooperazione con fornitori e clienti (potenziali competitor) e l’esplosione dei contratti di rete fra aziende concorrenti. In questo processo cresce la promozione della partecipazione dei collaboratori nelle aziende e con questa un maggiore impegno nella responsabilità sociale e ambientale.

  2. il tema è certamente complesso .. sono d’accordo: se in futuro la sharing economy si svilupperà ulteriormente la tendenza del “rientro a casa” potrebbe diffondersi anche in Italia

  3. Come anticipavo su twitter, è un tema molto interessante che in Italia si sta già verificando. Prima ci si è avvicinati (dalla Cina all’Est Europeo), ora si torna in patria per ragioni anzitutto di costi (trasporti). Però c’è uno sviluppo intrigante che forse dovremmo studiare meglio. Alcuni nostri soci (coopB di inserimento lavorativo) hanno sviluppato partnership con queste aziende (relazioni di fornitura), dimostrando come la loro produzione può essere competitiva rispetto a quella di paesi dell’Est, con il vantaggio di essere molto più vicini. Un’occasione in più di CSR e partnership win-win, no?

  4. In futuro, grazie a un diverso modo di interagire profit e non profit collaboreranno di più….
    Speriamo attraverso forme di partnership che possano portare risultati utili per tutti (quindi sempre più “win win”). Anche questa è CSR!

  5. Obama ha iniziato una politica dedicata al nuovo manifatturiero americano. In Italia gli imprenditori sanno che i nuovi ricchi ora vogliono prodotti food and fashion solo italiani fatti in Italia. Vedi la politica della Regione Veneto con BB&B belli,buoni e ben fatti

  6. anche Artsana, che negli ultimi anni ha sentito non poco la crisi anche a causa del calo delle nascite, ha deciso di tornare a casa… Ha annunciato che riporterà in Italia la produzione dei suoi prodotti per il bebè.

  7. Interessante articolo dove si parla di back-reshoring
    sembra che in Italia avvenga più che negli altri Paesi del mondo….

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