Non solo Patagonia: abbigliamento sportivo e sostenibilità

Nei giorni scorsi ASICS, azienda giapponese di abbigliamento sportivo, è stata riconosciuta da CDP leader nella lotta contro i cambiamenti climatici grazie all’impegno nella gestione sostenibile della propria filiera. Il brand è rientrato nella Supplier engagement leaderboard di CDP (ex Carbon Disclosure Project), organizzazione non profit indipendente che offre un sistema per misurare, rilevare, gestire e condividere a livello globale informazioni riguardanti l’impatto ambientale con l’obiettivo di incoraggiare i diversi attori (imprese, istituzioni, associazioni etc.) ad avviare azioni di mitigazione dell’impatto ambientale.

ASICS è stata inserita in classifica per le azioni finalizzate a ridurre le emissioni e per gestire i rischi climatici all’interno della propria catena di approvvigionamento ed è stata selezionata in quanto società parte dei global Esg indexes, Dow Jones sustainability indices e dell’indice Ftse4Good series/Ftse blossom Japan index.

ASICS è stata recentemente inclusa nell’Annuario della sostenibilità 2020 pubblicato da S&P global, per le performance nell’ambito della sostenibilità delle top 15% aziende mondiali nei propri settori di riferimento.

Cosa c’è di nuovo
Tutti conoscono l’impegno di Patagonia, diventata per molti simbolo di impresa sostenibile (non solo perché è una B Corp). Meno noto l’impegno di tante altre aziende del settore che hanno avviato un percorso positivo per trovare una soluzione alla crisi ambientale in atto. ASICS, per esempio, si è impegnata a ridurre le emissioni di gas a effetto serra relative al prodotto del 55% a livello mondiale entro il 2030.

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