Alcuni anni fa ho letto il libro di Franca RoiattiLa rivoluzione della lattuga, che affronta il tema della dimensione ormai globale del mercato alimentare e di alcuni effetti perversi di quella che viene definita l’economia del cibo.  Grazie a questa lettura ho capito la dimensione e l’importanza del land grabbing (accaparramento delle terre), termine riemerso recentemente nel contesto di un picco dei prezzi alimentari a livello mondiale. Una questione controversa e ancora poco conosciuta al grande pubblico. Gli investimenti nell’ acquisto di grandi aree sono sembrati ad alcuni un nuovo percorso verso lo sviluppo agricolo. Ma molti studiosi hanno lanciato l’allarme: queste scelte portano impatti negativi sulle comunità locali e sullo sviluppo globale del pianeta. Esiste un pericolo derivato dall’acquisto o dal leasing di grandi parti del pianeta (in particolare nel Sud del mondo) da parte delle imprese nazionali e multinazionali, governi e singoli individui?

Perché se ne parla così poco? Quale responsabilità e quale ruolo possono avere i cittadini, le istituzioni e le imprese più consapevoli per cambiare le cose?