La CSR nel nord-est: intervista alla CSRnative Chiara Ricci

La CSRnative di questa settimana è Chiara Ricci che, nonostante la distanza, partecipa a molte attività del network.

Il tuo impegno con l’associazione Animaimpresa ti ha consentito di conoscere molte imprese del Nord Est. Pensi che in quest’area del Paese possa crescere il numero delle imprese impegnate in percorsi di sostenibilità?
Ormai impegnata da sette anni nel territorio del nord-est, Animaimpresa, in qualità di Associazione di imprese volta a promuovere i principi della CSR e della sostenibilità, è riuscita a riunire attorno a sé una ricca comunità di esperienze imprenditoriali responsabili. Come gran parte del nostro Paese, il nord est è composto principalmente da PMI e questo ha permesso loro di far leva su una vocazione innata che spesso si è tradotta in attività di CSR inconscia. Sicuramente, il percorso intrapreso è solo all’inizio e deve essere opportunamente supportato nella sua declinazione più strategica e consequenzialmente comunicato.

Nel mese di febbraio hai partecipato alla prima tappa del “Giro d’Italia” della CSR organizzato dal Salone: tra le tante testimonianze delle imprese ci sono esperienze che ti hanno colpito più di altre?
In quell’occasione hanno avuto modo di presentarsi diverse imprese, sia PMI sia grandi aziende. Ogni vissuto aziendale mi ha saputo chiarire quella che per loro è la CSR e quelli che sono gli imperativi di medio-lungo termine che vogliono raggiungere considerato il percorso di sostenibilità intrapreso. Il caso che forse mi è rimasto più impresso è quello della azienda Aspiag Service concessionaria del marchio Despar, Interspar ed Eurospar nel nord est. Qui, emblematica è stata l’attenzione alla riduzione degli sprechi alimentari abbinata alla promozione di sani stili alimentari e di vita. L’azienda è riuscita grazie alla costruzione di un solido rapporto di fiducia con Last Minute Market e Banco alimentare a connettere ogni singolo punto vendita con almeno un’organizzazione caritativa beneficiaria donando prodotti alimentari prossimi alla scadenza, perfettamente fungibili ma privi di valore commerciale.

Quale futuro ti immagini per la CSR nel nostro Paese?
Appare chiara a tutti l’evoluzione esponenziale che la dottrina della CSR ha avuto negli ultimi anni e contemporaneamente si sia andata a ridimensionare la convenienza ad attuare strategie di greenwashing. In contesti economici sempre più complessi sarà fondamentale tenere in considerazione, nelle scelte manageriali, gli indicatori di sviluppo sostenibile (GRI, SDGs, IIRC…), coltivare i rapporti con i propri stakeholder, attivare e valorizzare gli asset intangibili, attraverso la CSR. Aiuterà a rimanere competitivi e a portare i consum-autori a comprendere il premium price di prodotto.

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