Nata nel 1949 nel Maryland, Judi Bari è poco conosciuta in Italia. Eppure è un’ambientalista molto famosa in America grazie soprattutto alla campagna contro il disboscamento nelle antiche foreste di sequoie della California del Nord.
Judi è infatti tra i protagonisti di Earth First! un movimento ecologista radicale che nasce nel 1979 negli Stati Uniti d’America e si diffonde prima nei Paesi anglofoni e poi nel resto del mondo nel corso degli anni ottanta.
Judi Bari muore in California nel 1997.
Cara Judi,
hai partecipato attivamente a “Earth First”: ci racconti di cosa si occupa questo gruppo?
Volentieri! Il gruppo nasce con l’obiettivo di mettere in luce l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi naturali. Secondo noi è necessario ripensare il sistema di relazioni che lega le persone ai territori che vengono modificati a seguito della presenza di attività umane. Crediamo sia necessario combattere le speculazioni e all’iper sviluppo tecnologico e abbiamo sempre lottato contro lo sfruttamento della natura. Tra le campagne che abbiamo organizzato mi fa piacere ricordare quella del 1985 per la salvaguardia della Foresta Nazionale di Willamette. Le nostre sono sempre state iniziative pacifiche caratterizzate da azioni di disturbo come arrampicarsi sugli alberi o infilare lunghi chiodi nel fusto per impedirne l’abbattimento.
Sappiamo che hai avuto anche problemi seri con l’FBI…
Sono stata accusata ingiustamente di trasportare una bomba quando invece sono stata vittima di un attentato. Ma mi hanno raccontato che anni dopo la mia morte è stato tutto chiarito.
Ancora oggi sono in molti gli attivisti impegnati che combattono per l’ambiente. Quale messaggio ti senti di dare a chi lotta per la biodiversità e la salvaguardia ambientale?
Credo che l’impegno deve essere ancora maggiore in Italia ma anche nel resto del mondo. Ho saputo che state vivendo una crisi sanitaria molto grave. Forse dovreste riflettere sui rischi derivati dalla distruzione degli ecosistemi naturali, dalla perdita di biodiversità e dai problemi legati al cambiamento climatico che possono creare condizioni favorevoli alla diffusione di virus. Il cambiamento è urgente e bisogna agire subito.