Grenoble: quando le politiche urbane sono sostenibili

Nella rubrica #PA4GOOD non potevo dimenticare che da gennaio Grenoble è diventata Capitale verde europea per il 2022. Anche se molti ne hanno parlato, mi fa piacere ricordare i criteri che vengono utilizzati per assegnare questo titolo.
Gli esperti della Commissione europea hanno preso in considerazione dodici indicatori (in cinque casi Grenoble è risultata al primo posto e in sei al secondo posto). La giuria ha considerato positivamente le politiche per il miglioramento della qualità dell’aria e delle risorse idriche, la gestione dei rifiuti, la mobilità, la governance, la tutela della biodiversità, la capacità di assicurare una crescita economica sostenibile.
Grenoble, con i suoi 160.000 abitanti, è stata la prima amministrazione locale francese ad adottare un piano per il clima e a mettere in atto politiche urbane per ridurre l’inquinamento e la perdita di biodiversità. Per esempio da tempo ha limitato a 30 km/h la velocità in città, una scelta che la rende la più grande zona francese a basse emissioni. Nel 2020 sono stati piantati 15.000 alberi, creati 40 chilometri di piste ciclabili e una parte del bilancio municipale è stato destinato a progetti promossi e votati dai cittadini. Grenoble intende ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 e aumentare l’utilizzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Nel corso del 2022 Grenoble, in qualità di Capitale verde, inviterà gli attori locali a impegnarsi per avviare azioni concrete su almeno uno di dodici indicatori ambientali.

Cosa c’è di nuovo
La nomina di Grenoble come Capitale verde d’Europa coincide con la presidenza francese dell’UE. Le priorità dichiarate da Macron vanno dalla neutralità climatica alla protezione della biodiversità alla promozione dell’economia circolare.

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