La parola, o meglio la definizione di questa settimana, è decisamente nuova per il nostro Paese e ancora poco utilizzata anche dagli esperti. L’ideatore è Javier Schunk che l’ha proposta in un corso sulla CSR promosso dall’ISPI nelle scorse settimane.

La Global Social Innovation rappresenta un’evoluzione della Social Innovation perché considera la dimensione globale dei problemi proponendo di incrociare i destini del Nord e del Sud del mondo e di inserirli in una visione più ampia. Una nuova dimensione finalizzata a trovare un reale rimedio agli squilibri e alle contraddizioni tra chi crea problemi e chi li dovrebbe risolvere. Un approccio che prevede processi sostenibili e considera fondamentale la triangolazione sussidiaria tra i soggetti che operano al Nord e al Sud del mondo. Secondo questa visione non basta migliorare la partnership tra Stato, Mercato e Terzo Settore nel Nord così come non è sufficiente sviluppare la collaborazione tra gli stessi attori nel Sud del mondo. E’ indispensabile avviare iniziative tra Nord e Sud affinché i vari attori incrocino le loro attività (e i loro destini) in modo nuovo grazie a partnership sinergiche e triangolazioni sussidiarie.

Global Social Innovation: solo una provocazione intellettuale o un nuovo approccio ai problemi su cui è necessario riflettere?