L’ospite di questa settimana è Nicolò Santin di “Ofree”, una start up interessante che sta cambiando nome per diventare “Gamindo”.

Ciao Nicolò e benvenuto sul mio blog. Ci racconti da chi è partita l’idea di creare Ofree?
Ciao Rossella e grazie per questa opportunità di raccontare la nostra storia e la nostra piattaforma. L’idea di Ofree è partita dalla mia tesi di laurea in Economia e gestione delle aziende presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ho scritto una tesi di 700 pagine proprio su Ofree e sulla fattibilità di una piattaforma che potesse permettere alle persone di donare senza spendere giocando ai videogiochi. Dopo la laurea ho deciso di provare a concretizzare questa idea. Mi sono reso subito conto che da solo era impossibile. Ho iniziato a cercare qualcuno che mi aiutasse e che avesse competenze più tecniche e così ho conosciuto Matteo Albrizio. Abbiamo iniziato a partecipare assieme a competizioni per startup e dopo poco abbiamo vinto Milano Startup Weekend, Startuppato Torino e Lean in EU Business Angel Verona. Questo ha convinto Matteo a dimettersi dal suo lavoro per dedicarsi al progetto.

Quali sono le vostre finalità e come è composto il vostro team?
La nostra mission è permettere alle persone di donare senza spendere divertendosi.
Ofree, che proprio in queste ore sta cambiando nome in Gamindo (gaming + donation), è una piattaforma che consente alle persone di convertire il tempo speso giocando ai videogiochi in donazioni agli enti non profit. Come funziona: i giochi presenti nella piattaforma sono giochi con un contenuto pubblicitario al loro interno. Le aziende pagano per promuoversi all’interno del gioco e questi soldi investiti dalle aziende sono convertiti in gettoni virtuali. L’utente scarica l’app Gamindo dagli store online, gioca e al termine di ogni partita può ricevere uno o più gettoni a seconda del punteggio fatto nel gioco. L’utente colleziona questi gettoni e poi può scegliere gli enti a cui donarli all’interno della sezione “Dona” della piattaforma.
Gamindo è quindi una piattaforma win-win-win: le persone donano senza spendere e divertendosi, le aziende promuovono il loro brand in modo coinvolgente e il loro budget è convertito in donazioni al non profit, gli enti non profit raccolgono fondi senza costi e sensibilizzano gli utenti alla loro causa sociale.
Il team ora è composto da 8 persone da tutta Italia: Treviso, Milano, Pordenone, Roma, Napoli e Messina. Tutti under 30, dagli sviluppatori ai grafici. Siamo un gruppo di ragazzi che è cresciuto giocando ai videogiochi e che ora sogna di permettere alle persone di salvare il mondo reale giocando ai videogiochi.

Avete ottenuto recentemente un importante riconoscimento da parte dell’Unione Europea: di cosa si tratta?
Esattamente. Abbiamo da poco ricevuto il Seal of Excellence da parte della Commissione Europea, dopo esserci candidati per Horizon 2020 Sme Instrument Phase 2 (un grant da 2 milioni di euro a fondo perduto). Il “Seal of Excellence” è un marchio di qualità assegnato dalla Commissione europea a eccellenti proposte progettuali di Ricerca e Innovazione presentate in risposta ai bandi Horizon 2020, valutate positivamente (punteggio sopra soglia) ma non finanziate per l’esaurimento delle risorse disponibili.
Un importante riconoscimento ottenuto in Italia è stato il Premio Nazionale Innovazione categoria ICT, venendo premiati in Senato dal Presidente Elisabetta Casellati.

Programmai per il futuro?
Siamo tornati da pochi mesi da un’esperienza in America che ci ha insegnato moltissimo. Da gennaio ad aprile, infatti, siamo stati accelerati in Silicon Valley da Plug and Play, il più grande acceleratore al mondo. Dopo aver sviluppato e testato la piattaforma nei mesi successivi, ora siamo pronti per lanciarla sul mercato. I programmi per il futuro sono quindi diffonderla il più possibile, tramite social/press e partecipando ad eventi del settore. Dopo aver partecipato alla Milan Games Week e al Salone della CSR, nelle prossime settimane saremo a Codemotion Milano e al Web Summit di Lisbona.
Più in generale, il nostro obiettivo futuro è unire il mondo dei videogiochi e quello del non profit. Due mondi molto diversi, che non si sono mai parlati veramente ma che oggi devono iniziare a farlo. Nel mondo ci sono 2.3 miliardi di gamer e il mercato dei videogiochi vale più di quello del cinema e della musica messi insieme. L’età media del videogiocatore, attualmente 34 anni, sta crescendo anno su anno e questo dato dimostra che non sono più una forma di svago riservata ai ragazzi.
Ci tengo a precisare che su Gamindo è possibile guadagnare un numero limitato di gettoni ogni giorno, per evitare in anticipo ogni genere di dipendenza o di eccessivo utilizzo della piattaforma.
La prossima volta che salite in metro o in treno, guardatevi attorno e provate a pensare se ogni persona che vedete con in mano un telefono potesse donare senza spendere.
È un progetto ambizioso, ne siamo consapevoli, ma il sogno di un mondo in cui chiunque possa donare senza mettere mano al portafoglio e divertendosi ci motiva ogni giorno ad andare avanti.
Se volete provare Gamindo, basta scaricarla da Google Play o App Store. È completamente gratuita.
Ah, tra i programmi per il futuro sicuramente c’è partecipare al Salone della CSR 2020!
Un evento che consiglio a tutti!