Come ultimo post su CSR e cultura ho scelto due iniziative diverse ma accomunate da un unico obiettivo: rendere fruibili per i cittadini opere o luoghi grazie alla collaborazione di soggetti diversi. Il primo esempio è Relational, un progetto del 2013 che ha visto la collaborazione tra Centostazioni, il Museo MADRE di Napoli e alcuni giovani artisti. Il secondo esempio è Bellezza Italia, un’iniziativa recentemente avviata da Legambiente e Unipol.
Relational si inserisce in un percorso artistico definito “Stazioni dell’Arte” dove la sinergia tra arte, architettura e trasporto urbano trasforma luoghi spesso poco accoglienti in quello che Achille Bonito Oliva definisce un “museo obbligatorio”. Relational, del duo artistico Bianco –Valente, prende il nome della monumentale istallazione che attraverso l’intreccio di cavi elettroluminescenti ha ingabbiato la facciata neoclassica di Napoli Mergellina con l’obiettivo di sottolineare il ruolo della stazione come luogo di incontro dello scambio e della relazione tra gli individui. L’opera, già esposta in diverse location istituzionali, tra cui il Museo MADRE, acquista un respiro più ampio uscendo da uno spazio deputato alla fruizione dell’arte per rivolgersi al pubblico “involontario” che utilizza la stazione o attraversa le arterie cittadine. Si amplia, così, il concetto stesso di spazio espositivo, nell’ottica di un museo diffuso sul territorio.
Bellezza Italia nasce nel 2014 per valorizzare i luoghi e le esperienze più qualificanti del Paese, sia dal punto di vista sociale che ambientale. L’iniziativa si pone come obiettivo la valorizzazione dei luoghi di inestimabile valore per bellezza, ricchezza storica e archeologica e prevede l’attuazione di azioni di recupero e riqualificazione di aree degradate del Paese per restituirle alla fruizione dei cittadini. Ma il progetto si pone anche l’obiettivo di diffondere la cultura della legalità e dei diritti, per favorire sinergie tra società civile, imprese e istituzioni impegnate in territori compromessi o abbandonati da recuperare e destinare al bene comune. La prima attività riguarda la riqualificazione dell’area archeologica di Paestum, per rendere fruibile il percorso che dal sito archeologico porta al mare in modo da restituire ai cittadini quello che fu l’approdo dei coloni greci che fondarono la città, ripristinando l’antico rapporto tra la città e il mare.
Due iniziative interessanti che dimostrano come lavorare per obiettivi comuni porta più risorse per la cultura ma permette anche quella contaminazione necessaria quando i progetti sono sfidanti.