Si può affermare che la sharing economy cresce anche in Italia solo perché nascono ogni giorno nuove piattaforme collaborative o perché si moltiplicano siti e portali che parlano dell’argomento?
Nei Paesi anglosassoni il fenomeno è certamente più ampio e i risultati sono più evidenti come dimostra la ricerca Sharing is the New Buying, Winning in the Collaborative Economy realizzata da Jeremiah Owyang in USA, Gran Bretagna e Canada. Secondo Owyang la sharing economy è il risultato della convergenza di tre idee: l’economia della condivisione, il movimento maker e i movimenti di co-innovazione. Una definizione che spazia dal ridesharing, la condivisione di veicoli, alla stampa 3D, al crowdsourcing per nuovi prodotti. L’esperto americano ritiene che le ragioni che spiegano il perché di questa crescita così rapida sono la diffusione degli smartphone e la conseguente facilità di accesso alla rete, la crisi che ha spinto molte persone a sperimentare nuovi servizi per risparmiare denaro, una generale disillusione nei confronti dei brand (www.web-strategist.com/blog/2014/03/03/report-sharing-is-the-new-buying-winning-in-the-collaborative-economy).
Cosa succede, o meglio cosa succederà, in Italia? Anche se aumenta, per esempio, il fenomeno dell’uso anziché del possesso, sul fronte dell’approccio condiviso ai problemi non si registrano ancora grandi cambiamenti. Le imprese forse temono che troppa collaborazione possa minare la competitività oppure non hanno ancora chiaro se questo approccio può far guadagnare in flessibilità e sostenibilità. Anche se il mercato chiede al sistema economico di essere più sostenibile, con filiere più corte che rendano lineare e trasparente il rapporto tra chi produce e chi consuma, non si registrano ancora grandi trasformazioni. Forse perché la condivisione richiede un vero cambio di prospettiva anche nelle scelte economiche delle imprese, non solo delle persone.
Mi chiedo se non dovremmo partire da quella che viene definita la filosofia della condivisione e delle relazioni dove si mettono in comune saperi e conoscenze.
Cresce veramente l’economia della condivisione?

Una grande occasione per capire cosa succederà in Italia sul fronte sharing economy sarà sicuramente ShareExpo in occasione di Expo 2015. L’economia della condivisione ha preso piede nella vita quotidiana delle persone: carsharing, house sharing, coworking sono già diventati un’abitudine ( o quasi) per molti. Adesso la sfida sarà: quanto una città può diventare “condivisa”? Si spera che in occasione di un progetto così proiettato al futuro lo spazio urbano diventi una palestra di innovazione, sperimentazione e coesione sociale.
La condivisione sta diventando un nuovo modello di pensare prima ancora che un nuovo modo di fare … EXPO 2015 rappresenta effettivamente l’occasione per una grande sperimentazione in una grande città come Milano che in passato ha dato un contributo importante al cambiamento del Paese.