L’ospite di questa settimana è Alessia Zema di Controprogetto, un laboratorio che progetta e realizza pezzi unici utilizzando materiali di recupero anche attraverso percorsi di costruzione partecipata.
Ciao Alessia, ci racconti come è nata l’idea di dare vita a Controprogetto?
Controprogetto nasce nel 2003 a Milano all’interno dell’esperienza di riqualificazione urbana partecipata della Stecca degli Artigiani, una vecchia fabbrica nel quartiere Isola, contenitore multidisciplinare di artigianato, associazionismo e arte.
La Stecca era un luogo in cui moltitudini di oggetti dismessi dagli abitanti del quartiere si accumulavano periodicamente, il passo per rivalutarli da rifiuto a risorsa fu breve. Dalla necessità di allestire e rendere vivibili e accoglienti gli spazi della vecchia fabbrica ha preso forma il nostro progetto. Siamo stati alla Stecca per 5 anni, prima che venisse abbattuta perché incompatibile con gli scenari urbanistici che si prospettavano nel quartiere.
Qual è stato il primo vostro progetto importante?
Il nostro primo progetto è stato un parco giochi per uno sperduto paesino del Kosovo; era il 2003. La costruzione di questo parco assunse spontaneamente la forma embrionale di costruzione partecipata, arricchendosi pian piano con il contributo di una moltitudine di amici. In quell’occasione è stato attrezzato il laboratorio Controprogetto, che da allora non ha mai smesso di costruire, progettare e sperimentare.
Controprogetto è citato da riviste di settori diversi: quali sono le testate che si interessano di più alla vostra attività?
Prevalentemente riviste di design ed interior, ma anche testate più generaliste attratte da una formula originale che sempre più incuriosisce le nuove generazioni. Abbiamo registrato infatti negli ultimi anni un massiccio ritorno ai lavori “antichi” e prettamente manuali.
Quali sono i vostri programmi per il futuro?
La continua evoluzione del nostro percorso è scandita dalla costante volontà di elevare il legno di recupero a materia nobile anche attraverso la commistione con altri materiali, ma anche da un continuo scambio creativo con il cliente e con i suoi desideri.