L’impresa della settimana: Sky

L’impresa di questa settimana è Sky che con l’iniziativa SkyAcademy pensa ai giovani e al loro futuro.

Come comunica
Un progetto nuovo e interessante quello avviato da qualche mese da Sky che, come si legge nel sito dedicato, è un insieme di iniziative che attraverso il potere comunicativo della tv e della creatività si propongono di aiutare le nuove generazioni a esprimere il proprio potenziale.
Da tempo l’azienda è attenta ai giovani: per esempio, ha promosso la Media Literacy, ovvero l’approccio critico all’informazione e ai contenuti realizzati dai media coinvolgendo con Sky TG24 gli studenti delle scuole superiori. I ragazzi possono vivere in prima persona il mondo del video giornalismo, scoprire il processo di creazione delle notizie di un TG, capire quali sono le diverse figure professionali coinvolte.
Un’altra iniziativa interessante è ArteVisione, un progetto per offrire un’opportunità di crescita professionale ai giovani emergenti della scena artistica italiana attraverso un percorso di formazione specifico e la produzione di un’opera video.
Con l’avvio di SkyAcademy l’attività si fa più strutturata: sono stati creati veri e propri studi televisivi con attrezzature professionali a misura di studente, messi a disposizione delle scuole per lo svolgimento di esperienze interattive di apprendimento.

Quali messaggi riesce a comunicarmi
La scuola italiana non prevede l’educazione ai media, materia presente invece nei programmi educativi di molti altri Paesi. La scelta di un’impresa come Sky rappresenta un impegno coerente con il proprio business. Per aiutare i giovani a conoscere le dinamiche dei media, parte della nostra vita.

L’impresa della settimana: Pink Lady

Questa settimana non parlo di un’impresa ma di Pink Lady, un modello associativo che costituisce un esempio innovativo per proporre al mercato un prodotto semplice e molto amato come la mela.
Come comunica
La mela che coltiva i suoi valori: questo il titolo della brochure che con parole semplici e chiare presenta la filosofia dell’organizzazione e ricorda alcuni passaggi importanti che rendono “speciale” questo prodotto.
Gli aspetti più originali su cui si basa l’organizzazione Pink Lady sono la capacità di fare networking, di condividere conoscenze e competenze, di sperimentare in modo intelligente e continuativo.
Interessante il sito che dedica anche una sezione al tema della passione dei produttori: un frutto generoso non può che essere il frutto di un generoso lavoro! Appassionati del proprio lavoro, i produttori hanno a cuore la trasmissione della loro passione e delle loro competenze. Riservano perciò un’accoglienza privilegiata ai giovani melicoltori che desiderano lanciarsi nell’avventura. Un messaggio preciso: solo chi fa il proprio lavoro con passione produce risultati di qualità. I produttori Pink Lady sono appassionati e ispirati, capaci quindi anche di creare valore per tutta la filiera.
In generale nel sito si sottolinea l’importanza del rispetto degli Uomini, della Terra e del Tempo: una dichiarazione impegnativa per sottolineare come questi fattori siano importanti per un prodotto di qualità. In un’epoca dove tutto va di fretta, ricordare che è necessario del tempo perché la mela possa maturare e cogliere il meglio delle stagioni è un scelta che contribuisce a creare un posizionamento distintivo.
Quali messaggi riesce a comunicarmi
Anche dopo aver assaggiato il prodotto si rafforza l’idea è che si tratti di qualcosa di “speciale”. Inoltre valorizzare il rispetto degli Uomini e della Terra è in linea con l’attenzione alla naturalità, uno dei trend più importanti degli ultimi anni. Da segnalare che in Italia il numero dei produttori di Pink Lady è in continua crescita: un segnale positivo che dimostra come l’attenzione ai valori può fare molto bene anche al business.

L’impresa della settimana: Sofidel

L’impresa della settimana è Sofidel, gruppo cartario leader mondiale nella produzione di carta per uso igienico e domestico.

Come comunica
Less is more sintetizza bene l’impegno di Sofidel – azienda conosciuta per i suoi brand, in particolare Regina – che in questi anni si è prevalentemente concentrato sul fronte ambientale.
Uno degli strumenti più interessanti che riassume questa filosofia è la “Carta della sostenibilità” che in due pagine sintetizza non solo la missione e i principi ispiratori ma riepiloga anche gli stakeholder e gli impegni dell’azienda.
Nel sito, ben articolato, l’azienda sottolinea come per Sofidel la responsabilità sociale dell’impresa non è “altra cosa” rispetto all’obiettivo di conseguire più alti livelli di sviluppo, è un elemento costitutivo fondamentale del suo essere e del suo agire.
Un altro passaggio importante è la dichiarazione per la creazione di valore nel lungo periodo attraverso l’attuazione di una strategia di sviluppo sostenibile sia per l’ambiente, sia per la società.
Una pagina del sito è dedicata alle certificazioni che vengono riepilogate in un’unica tabella e che si riferiscono ai singoli prodotti.
In generale Sofidel valorizza la collaborazione con WWF come scelta strategica: un altro fattore distintivo per l’ampiezza e la durata della partnership. Nei mesi scorsi sono stati definiti con il WWF nuovi obiettivi per il 2020: oltre alla riduzione delle emissioni specifiche dirette, sono stati inseriti anche obiettivi sulle emissioni indirette e l’incremento dell’utilizzo delle energie rinnovabili.

Cosa riesce a trasmettermi
Sulle confezioni dei Rotoloni Regina viene dato spazio sia alla collaborazione con il WWF sia all’impegno per l’ambiente: è presente il bollino “Il rispetto per la natura è la nostra materia prima” e un box collegato dove l’azienda evidenzia principi e attività realizzate oltre a fornire indicazioni sulla raccolta differenziata. Il messaggio che mi trasmette è che siamo di fronte a un’impresa che ha fatto della sostenibilità un impegno serio, convinto, continuativo. Forse anche nella comunicazione commerciale, non solo sul packaging, questi valori positivi potrebbero trovare spazio.

L’impresa della settimana: Filmar

Questa settimana l’attenzione è tutta per Filmar, azienda bresciana che da oltre 50 anni produce e commercializza filati a base cotone di qualità superiore, ed è leader di mercato in Italia e all’estero.

Come comunica
L’azienda è nata nel 1958 a Zocco d’Erbusco tra i vigneti della Franciacorta e attualmente occupa 130 addetti con un fatturato di 60 milioni di euro. Negli anni ha costruito un network di imprese che operano sinergicamente per realizzare cotoni di alto livello qualitativo: 5 milioni di chilogrammi di prodotto all’anno che in parte si pregia del marchio FiloScozia.
Dal punto di vista della comunicazione, il sito, pur orientato al prodotto, fornisce una serie di notizie interessanti sull’impegno complessivo di questa realtà in continua crescita. Per esempio, vengono evidenziati la partecipazione a iniziative sociali, ricordato l’impegno per ridurre i consumi, sottolineata l’importanza del nuovo stabilimento in Egitto con cui è stato inaugurato il marchio 100% Nile (Filmar Nile Textile a Bourg el Arab, nei pressi di Alessandria).
Il risparmio energetico e la salvaguardia ambientale sono considerati di primaria importanza. In questo senso l’azienda definisce il proprio impegno pionieristico perché capace di integrare le varie facce della sostenibilità in un settore dove questa attenzione non è ancora così diffusa.
L’idea di produrre il cotone 100% Egitto coltivato nel delta del Nilo è spiegata in modo affascinante: La migliore qualità del cotone nasce qui, dove il limo e l’acqua del “grande fiume” rendono questa terra straordinariamente fertile. Le piante di cotone prosperavano grazie al connubio dell’acqua fluviale, del caldo sole d’Egitto e del clima secco e asciutto delle vicine aree desertiche. Ed è poi la stessa acqua del Nilo, unitamente al sale del vicino Mediterraneo, che viene utilizzata da Filmar per la nobilitazione della materia prima. Un antico sapere, nel rispetto della natura e dell’uomo: con gli stessi ingredienti utilizzati dagli antichi Egiziani e la moderna tecnologia l’azienda sta gestendo la propria attività.
Interessante anche l’idea di realizzare un film per raccontare in modo emozionale il percorso di Filmar tra Italia ed Egitto, la filiera e l’anima del cotone attraverso l’intreccio di vite, luoghi e relazioni, sorvolando le vigne e i borghi storici della Franciacorta, le distese di cotone a Damietta e il mare di Alessandria. Il film percorre il Nilo raccontando antichi mestieri e villaggi sterrati, la vita delle raccoglitrici e dei contadini egiziani che, anche grazie al sostegno di Alexbank del Gruppo Intesa San Paolo, sono riusciti a costruire reti cooperative solidali e avviare la produzione del primo cotone organico egiziano a fibra extra lunga. Nel luglio 2016 Filmar ha presentato il video in occasione di Pitti Filati con la presenza di Marina Spadafora, designer etica e ambasciatrice della moda sostenibile nel mondo, e Neliana Tersigni, giornalista e corrispondente Sky dall’Egitto.

Quali messaggi riesce a comunicarmi
Filmar è un’azienda che ha raccolto la sfida lanciata dalla campagna Detox di Greenpeace, un passo importante per una moda libera da sostanze chimiche pericolose per l’uomo e per l’ambiente. In questi anni Filmar ha avuto un trend di continua crescita in un mercato sempre più globale: una dimostrazione che si può modificare la propria attività ottenendo risultati interessanti anche per il business.

L’impresa della settimana: Mutti

L’impresa di questa settimana è Mutti, un’azienda che con i suoi prodotti è presente sulle tavole degli italiani da oltre 100 anni e che dichiara orgogliosamente “solo pomodoro solo per passione”.

Come comunica
Tanti conoscono Mutti per i suoi eccellenti prodotti ma forse pochi per l’approccio sostenibile al business. Ho avuto recentemente modo di approfondire la conoscenza di Mutti: oltre a scoprire un’organizzazione più importante (sia in termini quantitativi sia qualitativi) di quello che pensavo sono rimasta colpita dall’attenzione alla sostenibilità e dalla propensione all’innovazione.
Il sito è ricco e ben articolato: anche se il prodotto la fa da padrone, è interessante lo spazio dedicato alla storia dell’azienda e quello dove si sottolinea il rispetto del territorio.
Se parliamo di strumenti di CSR, ho trovato molto ben fatto il Codice Etico che in diversi passaggi sottolinea gli aspetti centrali dell’attività dell’impresa come, per esempio, il rapporto con i fornitori: collaborare con la filiera perché la qualità nasce dal campo e ridurre l’impronta idrica lungo tutta la filiera. Come sappiamo, rendere sostenibile la filiera grazie al confronto e alla collaborazione con i fornitori è uno dei pilastri della CSR.
Anche per questo l’azienda da tanti anni premia con il Pomodorino d’oro i conferitori di materia (quasi trecento) che si distinguono per la qualità del prodotto.
Ma importanti per un’impresa sostenibile sono anche affermazioni come ampliare il proprio business preservando i propri valori ma rispettando sempre la diversità culturale o ancora generare cambiamento e innescare reali processi di creazione di valore.

Quali messaggi riesce a comunicarmi
Come non essere d’accordo con Francesco Mutti quando dice che senza entusiasmo e passione non si compie mai nulla di grande? Passione e ispirazione sono ingredienti fondamentali della responsabilità sociale d’impresa. E lo sviluppo di questa impresa è un esempio di quanto questa affermazione sia vera.