Nei giorni in cui si svolge a Torino Terra Madre (www.salonedelgusto.com), non si può non parlare di prodotti alimentari e di qualità della vita delle persone, del territorio e del pianeta. Ma anche di imprese impegnate in percorsi di CSR per rendere la loro attività sempre più sostenibile. Per il cittadino non si tratta solo di scegliere i cibi giusti da portare in tavola, di rispettare le stagionalità dei prodotti, di informarsi sulla qualità di ciò che compra, di adottare una dieta corretta… Così come per le imprese non si tratta solo di migliorare la filiera produttiva, di contribuire alla riduzione dello spreco, di inventare nuovi canali di vendita… E’ necessario che tutti, persone e organizzazioni responsabili, provino a ripensare il proprio modello di business, i propri stili di vita e di consumo. Perché, come ricorda il WWF, la sfida per salvare il Pianeta comincia da tavola (www.oneplanetfood.info). Anche chi si occupa di comunicazione deve impegnarsi di più per costruire conoscenza e contribuire a risolvere almeno in parte i problemi legati all’alimentazione: lotta alla fame, agricoltura sostenibile, corretta gestione della filiera produttiva, etc. Parlare di cibo, elemento che aggrega il mondo della produzione, del consumo, della salute e dell’ambiente, significa riflettere sul futuro di tutti.
Ripensare il proprio modello di business, i propri stili di vita e di consumo: un modo per dire che anche le aziende, non solo le persone, dovrebbero diventare “food activist”?
Certamente… l’attenzione crescente nei confronti di manifestazioni come Il Salone del Gusto è la dimostrazione di quanto le persone sono interessate e desiderose di partecipare. Un messaggio “dal basso” che le imprese dovrebbero saper cogliere.