Un’idea di condivisione che trasforma il modo stesso di pensare l’abitare: abito è un servizio per chi vive in condominio o vuole creare una comunità con i propri vicini di casa.
Grazie alla piattaforma abito è possibile accedere più facilmente a informazioni e documenti del condominio, conoscere le offerte di professionisti esterni costruite sui bisogni della specifica realtà abitativa, partecipare a un social di condominio per scambiare informazioni con i vicini di casa. Uno strumento che permette alle persone di risparmiare ma soprattutto che contribuisce a superare la conflittualità spesso presente nei condomini.
Le linee guida di abito sono tre: Poling (facilita la creazione di gruppi di acquisto di beni e servizi residenziali. Se si acquista contemporaneamente e in tanti lo stesso bene i vantaggi sono molteplici e il risparmio è garantito); Sharing (incentiva e favorisce la condivisione di beni e servizi di uso quotidiano tra i membri di una comunità); Commoning (promuove la costituzione di fondi condominiali gestiti su base comunitaria utilizzabili per scopi condivisi come l’acquisto di beni e servizi di carattere sociale, la riqualificazione del patrimonio immobiliare, l’abbattimento delle spese fisse etc.).
L’iniziativa è progettata e gestita da CBS, un’organizzazione che opera attraverso il coinvolgimento e la partecipazione della comunità nell’ambito dell’housing sociale, del welfare territoriale, dell’urban planning e dello sviluppo turistico. Offre servizi di community building, progetta strategie di gestione del cambiamento, crea soluzioni innovative e collettive per il territorio, la società e l’ambiente.
abito viene remunerato da una percentuale del risparmio che riesce a generare senza incidere quindi sui bilanci delle famiglie.
Cosa c’è di nuovo
Anche se le esperienze di sharing sono ormai numerose, l’idea di abito mi sembra particolarmente innovativa. Il valore più grande di questa proposta non è abbattere i costi ma creare relazioni positive. Chissà cosa ne pensano gli amministratori di condominio!
bellissima idea. Certo bisogna abitare in un condominio civile e forse con molti condomini “giovani”. Nel mio, tanto per dire, non solo non si conoscono i vari numeri di telefono, ma sicuramente la
maggiornaza dei condomini, vista l’età, non usa internet. Però, ripeto, è una bella idea: una di quelle micro-iniziative dal basso che può portare a un nuovo modo di intendere i rapporti e di vivere.
un’idea che può crescere e svilupparsi in tante altre realtà…