Sono sempre di più le città nel mondo che scelgono di installare cestini della spazzatura “intelligenti”, dotati di sensori che monitorano il volume dei rifiuti e il livello di riempimento. L’informazione viene trasmessa a una centrale operativa che segnala quando è il momento di procedere con la raccolta.
Anche in Italia ci sono alcuni esempi interessanti. Tra i primi comuni coinvolti nella sperimentazione Trieste dove, grazie ad AcegasApsAmga alcuni cestini intelligenti sono stati installati lo scorso anno. Le nuove installazioni si affiancano a quelle tradizionali e riescono ad aumentare la volumetria interna da 125 litri a 840 litri e sono quindi in grado di contenere una quantità di rifiuti molto più elevata. Merito del compattatore interno che trasforma la capienza di ogni cassonetto a 7 cassonetti tradizionali. Inoltre accumulando energia solare, si autoalimentano e non hanno bisogno di energia esterna. La piattaforma di gestione da remoto consente di controllare le raccolte effettuate, il livello di riempimento e di intervenire in caso di eventuali guasti. Ulteriore elemento positivo è l’assenza di odori, che il sistema di smart waste è in grado di garantire e la resistenza all’acqua e alla salsedine.
Oltre a Trieste stanno sperimentando questo tipo di tecnologia anche Firenze, Crema, Padova. A Milano, Amsa, la società del Gruppo A2A che gestisce il servizio di igiene ambientale, ha posizionato 12.550 cestini intelligenti, progettati da una società partecipata del Politecnico specializzata in progetti di innovazione digitale. I contenitori si trovano nelle vie e nelle piazze dei nove i municipi: il progetto è in fase di test e le analisi per acquisire dati sono ancora in corso.
Cosa c’è di nuovo
Grazie alla tecnologia è possibile ridurre i costi di raccolta e le emissioni del 50 per cento. Un risparmio per le società di gestione della raccolta differenziata, un vantaggio che porta risultati positivi per l’ambiente.