Banco dell’energia e la povertà energetica

Fin dalla sua nascita nel 2016 il Banco dell’energia ha scelto un modello di intervento originale e diverso rispetto ad altre organizzazioni del Terzo Settore. Diverso non solo per l’obiettivo (aiutare le persone che si trovano in situazioni di povertà energetica) ma anche per le modalità di gestione dell’organizzazione.
Il Banco dell’energia, inizialmente promosso da A2A e dalle sue Fondazioni AEM, ASM e LGH, nel tempo è diventato una fondazione e ha allargato la governance ad altre aziende.
Oggi anche grazie alla collaborazione con diverse associazioni non profit è in grado di creare percorsi di recupero che comprendono oltre al pagamento di spese urgenti, come le bollette di gas e luce di qualsiasi operatore, anche la distribuzione di beni di prima necessità.
I destinatari vengono selezionati con il Bando “Doniamo Energia” promosso in collaborazione con Fondazione Cariplo. Gli Enti del Terzo Settore coinvolti individuano le famiglie fragili e avviano un processo di affiancamento anche per aiutare il reinserimento delle persone nel mondo del lavoro ed evitare che la situazione economica peggiori ulteriormente.
In uno scenario difficile come quello che stiamo attraversando è importante capire le ragioni che spingono una persona a non pagare più le bollette. Un segnale di allarme che non va sottovalutato.

Cosa c’è di nuovo
La povertà energetica è un fenomeno di cui si parla ancora poco ma è purtroppo in crescita.
Nel bilancio sociale del Banco dell’energia è possibile leggere alcuni dati importanti.

Cartiera, non una semplice borsa

Cartiera è un’impresa sociale con sede a Marzabotto che valorizza il made in Italy di alta qualità attraverso l’inclusione sociale di persone svantaggiate. L’organizzazione è stata fondata nel 2017 ed ha visto il recupero di una vecchia cartiera dove da allora vengono create collezioni di abbigliamento ed accessori utilizzando materiali che sarebbero destinati allo smaltimento. All’interno dei laboratori di Cartiera tutti gli articoli infatti vengono realizzati con pelli finite e tessuti di alta qualità recuperati da grandi marchi della moda, lavorati secondo le tecniche dell’artigianato italiano. I tessuti provengono da Mali, Afghanistan e Burkina Faso, mentre la collaborazione con stilisti provenienti dal network di Nazioni Unite garantisce l’originalità e la varietà dei prodotti realizzati.
Recupero e riuso sono tra gli obiettivi di Cartiera che combatte lo spreco di risorse e partecipa anche al rilancio di un territorio caratterizzato da fragilità sociale ed economica come quello dell’Appennino bolognese. Negli anni sono stati organizzati corsi di formazione nel settore dell’artigianato, dedicati a rifugiati e richiedenti asilo per permettere alle persone decise a rimanere in Italia di lavorare di partecipare a un vero laboratorio di pelletteria. Anche per questo nel 2023 l’organizzazione è stata riconosciuta dall’UNHCR come una delle realtà più impegnate per l’inserimento professionale di persone rifugiate.

Cosa c’è di nuovo
Nel 2022 Cartiera è stata l’unica realtà italiana inserita fra i progetti di moda etica al Fashion Hub della Milano Fashion Week. Come si legge sul loro sito “Una borsa Cartiera non è una semplice borsa. È una storia fatta di persone e luoghi. È un’idea di futuro”. Complimenti!

ALISEA e l’economia circolare

Alisea è un’azienda veneta che produce oggetti di design per la comunicazione aziendale (ma non solo) utilizzando diversi materiali di riciclo che derivano dalla raccolta post lavorazione, dalla raccolta differenziata o dagli scarti di lavorazione.
Grazie alla creatività del proprio il team, Alisea aiuta le aziende a trovare soluzioni innovative e di design a cui si aggiunge il valore del recupero di materiali che altrimenti non sarebbero utilizzati. Come per esempio gli oggetti progettati con e per il MUSE di Trento: dal recupero e riciclo delle bottiglie in plastica post-consumo sono stati realizzati dei righelli ed è stata prodotta un’edizione speciale della matita Perpetua. Tutti gli oggetti pensati da Alisea per il MUSE si distinguono per il design che riprende gli schizzi originali abbozzati da Renzo Piano durante lo studio e la progettazione della sede del MUSE.
Interessante anche un’altra realizzazione: i Sassi di Luce che grazie alla combinazione di vetro recuperato dai flaconi del settore biomedicale e terre rare, “catturano” e trattengono la luce solare o artificiale per poi restituirla al buio. Un connubio tra scienza, innovazione ed economia circolare, un’unione unica resa possibile dalla fotoluminescenza.

Cosa c’è di nuovo
Alisea stimola i propri clienti proponendo un modo nuovo per utilizzare materiali che altrimenti andrebbero sprecati. Come si legge sul sito dell’azienda “Oggetti che hanno sempre una storia da raccontare: la storia dei clienti per cui sono nati”.

XERA, dallo scarto al riuso

Xera è una PMI che opera in provincia di Pescara e che si occupa del recupero e riciclo dei materiali presenti nei dispositivi hardware oltre che della consulenza alle imprese per migliorare la loro capacità tecnologica. Sul loro sito si legge “Siamo nativi digitali con un approccio pionieristico allo sviluppo e implementazione di soluzioni tecnologiche innovative e green per le aziende”.
Alcuni mesi fa l’azienda ha lanciato il programma WEEKO per arrivare allo “scarto zero” dei materiali elettronici entro il 2025 su tutto il territorio nazionale. Come è noto il settore tecnologico è tra i dieci ambiti industriali più inquinanti al mondo con oltre 53 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici prodotti a livello globale gestiti in gran parte attraverso canali spesso illeciti. Il settore
oggi è in grado di rigenerare meno del 20% dei materiali di scarto originati.
L’impegno di Xera è trasformare il rifiuto in opportunità: grazie alla partnership con istituti di ricerca e aziende di robotica, l’azienda ha individuato metodologie per il riuso e il riciclo di materie prime di scarto con l’obiettivo di reinserirle all’interno di nuovi cicli produttivi.
Nel 2022 Xera ha ricevuto il premio “Impresa Sostenibile” durante il Forum Sostenibilità promosso da Il Sole 24 Ore e la Santa Sede, un’iniziativa che premia le PMI che hanno puntato sulla sostenibilità per superare le crisi.

Cosa c’è di nuovo
Per risolvere molti problemi della gestione sostenibile del fine vita dei prodotti (non solo di quelli
elettronici) le soluzioni ci sono: il programma WEEKO è solo un esempio.

Il Gruppo Mastrotto e la sostenibilità della filiera

Il Gruppo Mastrotto ha festeggiato nei giorni scorsi i 65 anni di attività, un traguardo importante per l’azienda familiare di Arzignano che oggi rappresenta un punto di riferimento internazionale nella lavorazione di pelli per i settori arredamento, calzature, pelletteria, automotive, nautica e aviazione.
L’azienda in questi anni si è molto impegnata per migliorare in particolare la tracciabilità della catena di fornitura, attività non sempre facile in un settore come quello conciario. È importante ricordare che chi lavora la pelle è parte di un processo di economia circolare finalizzato al recupero e alla valorizzazione di un sottoprodotto della macellazione che anziché essere smaltito come rifiuto diventa materia prima per un altro processo.
In occasione dei festeggiamenti per i risultati raggiunti, il Gruppo Mastrotto ha organizzato una “Giornata a porte aperte” dedicata ai dipendenti e alle loro famiglie: un’occasione per ringraziare i propri collaboratori e permettere alle famiglie di visitare i luoghi di produzione.

Cosa c’è di nuovo
Una delle principali sfide su cui il Gruppo Mastrotto sta investendo è rendere la propria attività sempre meno impattante sull’ambiente. Per ottenere risultati significativi occorrono passione, capacità di innovare e sperimentare ma soprattutto un impegno costante.