Viva la sobrietà

Sono sempre di più le voci che si alzano per affermare la necessità di combattere lo spreco, in particolare alimentare. A questo proposito interessante il dibattito dei giorni scorsi tra Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Come afferma Enzo Bianchi, la sobrietà va insegnata facendo capire che non si chiedono rinunce ma bisogna imparare a rifiutare l’eccesso.
Un dato che ci riguarda tutti: 180 chili di alimenti vengono buttati in media ogni anno da ognuno di noi. Ma, come per tante altre cose, l’importante è creare un nuova cultura partendo dai bambini. Per questo sono d’accordo con Enzo Bianchi: dobbiamo insegnare ai più piccoli che la sobrietà è una virtù. Anche la Fondazione Pubblicità Progresso affronta quest’anno il tema della lotta allo spreco: propone agli studenti universitari (non bambini ma giovani adulti) di riflettere su questo argomento e di partecipare al contest On The Move sviluppando le proprie idee e creando video, eventi unconventional, campagne pubblicitarie, racconti, infografiche sul tema.

Verso il post consumismo?

Meditate, oculate, verificate: le nostre scelte stanno rapidamente cambiando. Dall’acquisto di detersivi alla spina alla ricerca di prodotti che garantiscono il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, sono in diminuzione gli acquisti d’impulso e le persone si danno il tempo necessario per riflettere prima di comprare.

Il tema della sostenibilità ambientale è sempre più centrale e termini nuovi come bioliving – che riguardano non solo l’alimentazione ma anche settori come beauty, energia, turismo etc.- stanno entrando nel vocabolario se non di tutti certamente delle persone più sensibili e attente.

Secondo Laura Cantoni di Astarea (www.astarea.it) il bioliving – espressione utilizzata quando “la natura entra nei prodotti” – indica che sempre più oggetti di consumo vengono pensati e costruiti in base a fattori naturali:-con ingredienti o materiali che provengono dal mondo vegetale, coltivazioni biologiche, tecniche di produzione garanti di salubrità, salute. E generano  benefit funzionali, ma anche mozionali nuovi. La natura diventa anche ispiratrice dei processi, paradigma per l’innovazione tecnologica e economica: i meccanismi, le strutture, i principi tipici del funzionamento della natura sono assunti a modello per il loro carattere di autosufficienza, efficienza, risparmio energetico.

Il consumatore sta cambiando per l’effetto temporaneo della crisi oppure è in corso una mutazione antropologica? Propendo per la seconda possibilità: di fatto le imprese responsabili e sostenibili si stanno già attrezzando…