CSR e CRM 5

Molti grandi brand della moda e del lusso hanno utilizzato in questi anni il CRM per promuovere il loro impegno per l’ambiente e il sociale. Famosa (e molto discussa) la campagna Don’t touch my sister promossa nel 2005 da Pangea, Breil e Amnesty International. L’iniziativa aveva come obiettivo la raccolta fondi per realizzare a Kabul tre Centri Donna per assicurare la scolarizzazione, l’educazione igienico sanitaria e la formazione professionale a 200 donne. Breil si era impegnata a devolvere a Pangea una somma dalla vendita di ogni orologio per sostenere il progetto. Anche se non sono mai stati resi noti i risultati finali dell’operazione, la campagna ha centrato per lo meno un obiettivo: far parlare i media del tema e valorizzare il ruolo di Breil.
Più di recente, interessante è il caso Adidas. L’azienda ha prodotto un prototipo di scarpa utilizzando contenitori e reti di plastica recuperate gli oceani. Per questo progetto ha stretto una partnership con Parley for the Oceans (organizzazione che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento delle acque) e ha intenzione di creare in futuro un’intera linea di scarpe con i rifiuti dell’oceano. Al momento, soltanto la tomaia del prototipo è fatta con la plastica riciclata, ma l’obiettivo è arrivare al 100% di calzatura green. Il design della scarpa è stato studiato per richiamare le onde. È proprio l’impuntura esterna a dare questa idea: il filo cucito sulla parte superiore è una rete recuperata. L’intero iter di fabbricazione della calzatura dura sei giorni e si completa negli stabilimenti Adidas in Germania. Innovativa anche la tecnologia impiegata: il processo di produzione genera rifiuti pari a zero, o quasi. Ossia meno dell’1% dei filati ricavati dalla plastica non sono integrati nel prodotto finale.
Anche i brand più “ricchi” strizzano l’occhio alla sostenibilità…

CSR e CRM 4

In Italia spesso sono le grandi organizzazioni non profit ad avere il numero maggiore di collaborazioni con le imprese. In particolare quando parliamo di Cause Related Marketing, la notorietà del brand sociale diventa per l’azienda una discriminante fondamentale.
Certo anche i contenuti del progetto sono importanti ma molte volte le aziende sono portate a scegliere un partner noto mettendo in secondo piano le finalità dell’iniziativa da sostenere.
Naturalmente non sempre è così. Ci sono imprese che nella ricerca del partner partono – come si dovrebbe fare sempre – dalla coerenza tra i propri valori e quelli dell’organizzazione non profit, dall’analisi dei risultati che la ONP ha ottenuto negli anni, dalla valutazione della sua trasparenza
Tra i brand più “quotati” per operazioni di CRM ci sono senza dubbio UNICEF e WWF. Ma anche organizzazioni meno famose hanno realizzato campagne interessanti con alcune imprese. Ne citiamo solo alcune: Una vite per la vita (OBI e Associazione italiana per la lotta al Neuroblastoma); La sua vista è nelle tue mani (Salmoiraghi & Viganò e CBM Italia); Cogli sorrisi, raccogli regali (Dìperdì e Fondazione Piemontese per la ricerca contro il cancro); Abbiamo a cuore il futuro dei più piccoli (Ikea e Fondazione Ospedale pediatrico Meyer).
Sono in attesa di altri suggerimenti …