Lunedì scorso chiudevo il mio post affermando che parlare di cibo, elemento che aggrega il mondo della produzione, del consumo, della salute e dell’ambiente, significa riflettere sul futuro di tutti. Ne sono così convinta che riprendo l’argomento anche questa settimana stimolata dai risultati di un sondaggio lanciato da Aiab (Associazione italiana per l’agricoltura biologica) dal quale risulta che gli italiani scelgono sempre più spesso il biologico, ormai definitivamente affrancato dalla qualifica di scelta di nicchia per trasformarsi in abitudine consolidata, anche grazie alla presenza sempre più importante di prodotti bio nei supermercati. Dal sondaggio emergere che il 76,4% degli italiani mangia spesso bio, anche se le motivazioni sono diverse. C’è chi sceglie di mettere in tavola prodotti biologici soprattutto per convivialità: per mangiarli con il partner (38%) o in famiglia (38%), dove maggiore è l’attenzione alla salubrità se c’è un figlio piccolo. Ma il restante 24% compra invece per se stesso, abbinando alla sana alimentazione uno stile di vita più sostenibile. Tra le motivazioni di questa scelta, quindi, ai primi posti si trovano quelle che riguardano la salute e il rispetto dell’ambiente. Importante anche la provenienza locale e garantita dei prodotti (molti auspicano ulteriori garanzie, oltre la certificazione). Interessante anche il fatto che si ricorre al prodotto importato solo in mancanza dell’equivalente italiano (63%). Una tendenza importante, dunque, che anche le imprese di produzione e distribuzione stanno considerando con crescente attenzione. Un fenomeno che conferma i rapidi cambiamenti in corso: sono molte le persone che stanno adottando comportamenti sempre più sobri, responsabili, sostenibili.
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rossella says:
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I boschi di E.ON - CSR e dintorni says:
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cara Rossella, il tuo stimolo mi fa ricordare con nostalgia il tempo in cui si aspettava il mese di maggio per mangiare le ciliege, giugno per fragole e mirtilli, l’inverno per aranci e mandarini ecc. anche rispettare la stagionalità dei prodotti vuol dire rispettare la natura e il proprio Paese che te li fornisce solo in determinati periodi. quanto ai prodotti biologici, ti confesso di essere bio-scettica. per quanto non si usino concimi chimici, antiparassitari ecc, come possiamo impedire che le piogge cadano sui campi, che i terreni ricevano le acque che provengono dai terreni circostanti? si risolve solo una piccola parte di un problema che ha le sue radici molto ma molto più lontano. ne vale la pena? forse sì se ammettiamo che il vero beneficiario sia il mercato
Il rispetto della stagionalità è sicuramente importante ed è una scelta abbastanza semplice da fare (per principio non compro mai “primizie” spesso costose e insapori).
Il tema dell’utilizzo di concimi chimici è invece – come dici giustamente – molto più complesso….