La lotta agli sprechi alimentari non va in vacanza! Almeno per quanto riguarda l’impegno a diffondere la cultura su questo tema. Questa volta mi fa piacere citare un’iniziativa, www.unabuonaoccasione.it, che, per come è stata pensata e realizzata, possiamo considerare un esempio di sharing economy.
Il progetto è molto interessante per diversi motivi. Ne voglio citare alcuni che mi hanno particolarmente colpito: la partecipazione di tanti soggetti diversi e l’obiettivo di incidere sulle cause che contribuiscono a formare l’eccedenza, cercando di prevenirla piuttosto che destinare i prodotti alle food bank o agli enti caritativi. Una Buona Occasione può a mio avviso essere definito anche come il frutto di un processo collaborativo: promosso da Regione Piemonte, Regione Val d’Aosta, MISE, vede infatti la collaborazione di alcune insegne della GDO, associazioni di consumatori, Slow Food, Last minute market, Università di Torino e altri partner. Interessante anche l’idea di prevenire: per esempio, favorendo la diffusione di una prassi commerciale poco utilizzata in Italia, l’offerta in promozione di alimenti in prossimità di scadenza. Si ottengono così due risultati entrambi virtuosi: le aziende della distribuzione riducono gli stock di merci invendute e i consumatori risparmiano. Un progetto interessante che sarà presentato anche a Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale (Bocconi, 7 e 8 ottobre) all’interno di un evento dedicato proprio alla lotta agli sprechi alimentari.
Prevenire è necessario quanto donare

Mi pare sempre molto convincente l’idea che la promozione (anche a livello privatistico) della food security/safety passi anzitutto per la compartecipazione di tutti gli stakeholders ai relativi processi decisionali e organizzativi. La responsabilizzazione condivisa è lo strumento più appropriato per una migliore finalizzazione delle pratiche di CSR.
sono d’accordo, uno degli aspetti più interessanti del progetto è proprio la condivisione…
Adottare comportamenti di consumo sostenibile e consapevole, prevenire lo spreco con azioni significative di sistema e di rete, non va solo nella direzione di una maturazione culturale (finalmente), è anche un modo per riavviare una economia sana, reale, competitiva e a basso impatto ambientale, con conseguente aumento del valore condiviso sul territorio.
il progetto è interessante anche perché propone soluzioni a problemi quotidiani che tutti i cittadini consapevoli vorrebbero contribuire a risolvere…
speriamo nell’effetto contagio!