Ciao Simone e benvenuto sul mio blog. Quando e come nasce Ponics?
Giuridicamente Ponics nasce il 16 maggio 2017 quando, con un collega universitario ed un ingegnere, uniti dall’attenzione alle tematiche ambientali, abbiamo deciso di impegnarci e dimostrare che business e responsabilità sociale di impresa possono coesistere.
La genesi è stata lunga. Nel settembre del 2015 portai ad Expo Milano moglie e tre figli a fare “il giro del mondo”. Lì sentii per la prima volta il termine “acquaponica”, vedendo nel padiglione del Belgio un prototipo futurista, mentre nei padiglioni di Oman e Qatar ebbi modo di approfondire le tecniche idroponiche, adottate da quei paesi, per la produzione fuori terra di verdure ed ortaggi.
Da quel giorno ho continuato a cercare spunti e approfondimenti, coinvolgendo nella ricerca di fonti Massimo, un amico di vecchio corso appassionato di acquari di acqua dolce, con il quale già durante l’università, negli anni 97 e 98, parlavamo di responsabilità sociale di impresa nell’ambito di Aiesec, un’associazione internazionale di studenti di cui facevamo entrambi parte.
Tra fine 2016 e inizio 2017, le informazioni disponibili in rete erano minime e poco chiare, cominciammo a pensare che l’acquaponica fosse una bella idea, ma fruibile ed utilizzabile da pochi esperti. Non rassegnandoci all’idea di dover abbandonare un nobile progetto, che vuole promuovere una nuova cultura alimentare, attenta agli sprechi e rispettosa dell’ambiente, trovammo supporto nella FAO, che ritiene la tecnica acquaponica una delle migliori tecniche per sostenere la crescente domanda di cibo, dovuta alla costante e repentina crescita demografica mondiale.
Fu in quel momento che condivisi il progetto con Marco, un ingegnere con cui avevo avuto modo di collaborare negli anni in cui ho ricoperto incarichi di AD in aziende elettromeccaniche ed aeronautiche, e che mi aveva colpito per professionalità, eticità e moralità. Dopo qualche incontro, lunghe discussioni e riflessioni, affascinati dall’ecosostenibilità del sistema acquaponico e determinati nel volere dimostrare che si può fare impresa con responsabilità sociale, decidemmo di costituire PONICS e dotarla dei mezzi finanziari necessari ad avviare l’iniziativa.
Considerato che nella stesura del business plan e la definizione del business model, trovammo molte difficoltà nel trovare dati coerenti e fonti attendibili, essendoci molta discordanza tra i dati e le pubblicazioni disponibili, decidemmo di partire dalla sperimentazione diretta della produttività degli impianti. Fu così che per avviare la sperimentazione diretta e provare il sapore degli ortaggi coltivati in acquaponica decidemmo, tra maggio e luglio 2017, di realizzare i primi tre impianti pilota. Dopo aver fatto il primo raccolto di insalata, assaggiato tutti gli ortaggi prodotti, compreso la zafferano e trovandoli con sapori e fragranze eccellenti, superiori ai prodotti biologici, abbiamo avviato nel dicembre dello stesso anno la progettazione e realizzazione dell’impianto presentato, nell’estate 2018, a Porto Cervo. Un impianto acquaponico di circa 3,5 metri quadri, equivalente a 12 metri quadri di orto convenzionale a terra, inserito in una camera climatica a temperatura controllata in grado di tenere internamente la temperatura imposta benché esternamente ci siano da -20 a più 60 gradi. Contemporaneamente fu avviata, tramite il portale on line www.starsup.it, la campagna di equity crowdfunding della più innovativa ed ecosostenibile startup del nuovo millennio.

Vi definite una start up innovativa: quali sono le caratteristiche della vostra attività che ritenete più all’avanguardia?
L’innovazione è nel DNA stesso della società. Già la costituzione di Ponics è avvenuta in modo innovativo: per costituire la società ci siamo trovati dal commercialista, abbiamo redatto l’atto costitutivo e lo stato online direttamente sul portale della camera di commercio e ogni socio ha sottoscritto l’atto solo con la propria firma digitale, evitando così l’intervento del notaio e i relativi costi. Innovativo vuole, inoltre, essere il modello di business, che ispirato dall’impresa a rete, parte da una rete di imprese in cui ogni azienda, secondo principi lean, apporta il proprio valore aggiunto, al fine di apportare beneficio all’ecosistema. Vogliamo trasferire nel mondo industriale la consapevolezza e la conoscenza acquisita nella gestione degli ecosistemi acquaponici implementando con i nostri partner sinergie industriali. La supply chain di Ponics è costituita da partner industriali qualificati e certificati per operare nei settori automotive, aerospazio e difesa, con cui interagiamo a mezzo di disegni, istruzioni e specifiche integrate in modelli matematici 3D.
Innovativo è anche l’approccio alla finanza. Abbiamo avviato, come già anticipato, la prima campagna di equity crowdfunding per finanziare lo sviluppo dei nuovi prodotti, l’acquisizione di nuove risorse umane e le azioni di marketing. La scelta è ricaduta su questo strumento perché il nostro primo obiettivo non è reperire denaro, bensì coinvolgere ambasciatori e promotori di una nuova cultura alimentare attenta e rispettosa dell’ambiente che ci ospita.
Innovativi sono e saranno i nostri prodotti, che coniugano tecniche e conoscenze note fin dai tempi degli Aztechi, circa tremila anni fa, con il design made in Italy e la tecnologia, con l’internet delle cose e le applicazioni (app) che rendono la gestione di un impianto acquaponico accessibile a chiunque.

Che ruolo hanno la tecnologia e l’attenzione alla sostenibilità nei vostri progetti?
Determinante l’una e strutturale l’altra. La sensoristica, l’elettronica, la capacità di calcolo, le attuazioni, la connettività, la rete e le applicazioni web based sono tutti elementi che ci permettono di poter coltivare facilmente e gestire anche da remoto un impianto. La tecnologia riveste quindi un ruolo determinate nello sviluppo dei nostri prodotti, con cui ci poniamo l’obiettivo di voler migliorare la qualità della vita di ognuno, rendendolo parte attiva e consapevole del miracolo della vita che si compie ogni volta che un piccolo seme lascia il posto a due esili foglioline di un germoglio che si trasformano poi, come per magia, in una piantina.
Con la tecnologia rendiamo possibile anche coltivazioni in ambienti altrimenti impossibili: bui, freddi oppure troppo caldi.
L’Iot permette, invece, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, l’auto gestione dell’impianto e grazie a collegamenti wireless o cablati di avere informazioni in tempo reale ovunque nel mondo.
Infine, un’applicazione web permette all’utente di interagire semplicemente con l’impianto e di verificarne agevolmente lo stato di funzionamento, in locale o da remoto. Tramite il nostro sito web, nell’area riservata, è inoltre possibile ricevere assistenza e supporto post vendita.
Per quanto attiene la sostenibilità, è per garantire una crescita globale sostenibile che abbiamo deciso insieme a Marco, Massimo e alle nostre famiglie di costituire Ponics e impegnarci personalmente e finanziariamente. La sostenibilità è alla base delle strategie di crescita e sviluppo dell’azienda. Ogni nostro prodotto è pensato, sulla base di criteri di economia circolare, per rendere possibile l’autoproduzione di cibo ecosostenibile ed ecocompatibile.

Quali sono i vostri programmi per il futuro?
Fino a fine anno siamo impegnati su diversi fronti, dalla chiusura dell’aumento di capitale, proposto tramite la piattaforma on line di equity crowdfunding www.starsup.it, alle attività di produzione, consegna e collaudo dei prodotti che ci stanno ordinando a seguito della campagna promozionale avviata quest’estate a Porto Cervo e proseguita lo scorso ottobre con la partecipazione a fiere tematiche. A novembre saremo presenti ad un’altra fiera internazionale, per promuovere un nuovo prodotto pensato e realizzato per portare, nelle cucine stellate e non, una testimonianza viva della cucina a scarto zero.
Sono inoltre molteplici i progetti di ricerca e sviluppo avviati con diverse università italiane, una su tutte la Sapienza di Roma con cui, per il tramite del professor Antonio Zuorro del dipartimento di chimica si è avviato un rapporto di collaborazione ancor prima di costituire Ponics, determinate nella definizione dei piani di sviluppo aziendali.
Guardando oltre l’orizzonte, porremo in essere tutte le azioni necessarie per permettere a chiunque ed ovunque di potersi nutrire autonomamente a chilometro zero, e perché no anche nello spazio.