Dedico i post di questo mese al vivere smart, una concezione, una filosofia, un trend in continua crescita.
Parto dallo smart working, un esempio di come stanno cambiando modelli organizzativi e logiche di gestione delle risorse umane (anche se non amo questo termine perché le risorse sono fungibili mentre le persone no). In alcune imprese cresce l’attenzione a un approccio innovativo del lavoro che integra e supera il telelavoro o il lavoro in mobilità rimettendo in discussione vincoli tradizionali quali lo spazio fisico, gli orari e gli strumenti.
Ma sono ancora pochi a crederci: secondo la ricerca 2014 dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net/smart_working) solo l’8% delle imprese intervistate ha adottato questo modello. Si tratta soprattutto di grandi aziende del settore alimentare, ICT e Telco. Oltre metà dei professional lavora già in mobilità fuori dall’ufficio almeno per una parte dell’orario di lavoro anche se solo il 20% è realmente pronto a diventare smart worker.
Secondo l’Osservatorio adottare modelli di lavoro smart può aumentare la produttività delle aziende per un valore di 27 miliardi di euro e ridurre i costi fissi di 9 miliardi di euro. Telelavoro e riduzione degli spostamenti possono far risparmiare 4 miliardi di euro ai lavoratori. Anche se in Italia siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, sono cresciuti i telelavoratori ed entro il 2015 un’impresa su tre consentirà ai dipendenti di utilizzare i device personali per scopi lavorativi. Anche il Comune di Milano sembra aver colto in pieno lo spirito dello smart working lanciando la Giornata del Lavoro Agile: il 25 marzo aziende private ed enti pubblici sono chiamate all’appello per far sperimentare nuovi ritmi di lavoro ai dipendenti, che avranno la possibilità di lavorare fuori dalle quattro mura dell’ufficio riducendo stress, inquinamento e guadagnando in produttività grazie a un’organizzazione del lavoro più flessibile.
Certamente servono cambiamenti negli stili di leadership e dei comportamenti organizzativi ma, a mio parere, diventa sempre più importante la relazione di fiducia tra impresa e collaboratore.
segnalo le riflessioni sullo Smart Working nel blog “Il Pensatoio”: http://pensatoio.pianoc.it/.
Da libera professionista che applica da parecchio tempo lo Smart Working ho aderito con entusiasmo alla seconda giornata del Lavoro Agile prevista per il 25 marzo 2015 nella convinzione che le quattro parole chiave che caratterizzano lo Smart Working e il suo sviluppo secondo me sono: Ecologia, Flessibilità, Tecnologia e Creatività. Ecologia perché per lavorare in modalità Smart non è necessario costruire niente: ci si limita semplicemente ad utilizzare luoghi che sono già a disposizione. Flessibilità e tecnologia per via del fatto che la dotazione di servizi tecnologici all’avanguardia è condizione necessaria per poter attuare una forma organizzativa basata sullo Smart Working ovvero sulla flessibilità per definizione. Creatività poiché lo Smart Worker può scegliere, di giorno in giorno, la sede più comoda logisticamente in base alla propria agenda e alle proprie esigenze di vita la quale, talvolta, può risultare inconsueta e quindi creativa.
Considerata l’attualità del tema, il prossimo ottobre a Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, http://www.csreinnovazionesociale.it organizzeremo un evento per approfondire l’argomento…
Concordo sull’importanza dello smartworking in tutte le sue declinazioni…anche a Torino si muove qualcosa :-)
Hai qualche iniziativa interessante da segnalare? A Torino o anche in qualche altra città…
due iniziative per esempio a Torino:
https://telelavoratricefelice.wordpress.com/2015/03/09/a-torino-il-metalmeccanico-lavora-anche-da-casa/
https://telelavoratricefelice.wordpress.com/2015/03/06/piu-smartwork-per-tutti/
grazie per la segnalazione… aspettiamo altri suggerimenti