La prima domanda è quasi obbligata… Da poche settimane hai dato vita a Right Hub (www.righthub.it). Ci spieghi cosa è e come funziona?
La mia esperienza di manager della funzione acquisti ed approvvigionamenti, maturata in 26 anni di attività presso imprese nazionali ed internazionali, e l’impegno come co-fondatore nel 2007 della prima organizzazione non profit in Italia ad occuparsi di sostenibilità delle catene di fornitura, mi hanno ispirato per una nuova sfida personale e professionale: RIGHT HUB.
È una start-up innovativa nata a gennaio di quest’anno per supportare le necessità di efficienza operativa di tutte le organizzazioni non profit in Italia sulle pratiche di acquisto, logistiche, di marketing e di sostenibilità ambientale, sociale ed etiche delle catene di fornitura.
Inoltre RIGHT HUB mette a disposizione un tool on-line, RIGHT HUB Matching, che fa incontrare la domanda di buyer interessati ad esplorare un mercato con alte potenzialità, ed acquistare beni e servizi dal settore cooperativo e delle imprese sociali.
RIGHT HUB si prefigge di supportare e sviluppare l’economia sociale con competenze specifiche e direi con una buona dose di passione.
Quindi: RIGHT HUB, RIGHT BUSINESS, RIGHT WORLD!
Si parla sempre più spesso di valore condiviso, di sostenibilità della filiera, di un diverso modo di fare business…. Credi ci siano stati in questi ultimi anni reali cambiamenti nel modo di produrre e distribuire?
Se teniamo uno sguardo lontano, negli ultimi 5 anni, nonostante la crisi, a livello europeo e mondiale ci sono stati grandi passi per il miglioramento degli aspetti ambientali, sociali ed etici della filiera estesa, dal fornitore al cliente finale, direi sicuramente in modo strutturato da parte delle grandi aziende e multinazionali.
In Italia è aumentata molto la sensibilità e consapevolezza su questi temi e sul fatto che per le imprese possono essere un forte fattore differenziale sul mercato e quindi una reale opportunità di business. Il consumatore è anch’esso più attento e può influenzare le scelte di acquisto.
Tuttavia occorre riconoscere che le risorse economiche a disposizione delle imprese molto spesso non permettono di progettare, realizzare ed attuare iniziative e attività per la sostenibilità della catena di fornitura. Un passo che ancora non è stato fatto dalle imprese è proprio la correlazione oggettiva, con dati e fatti, tra la sostenibilità e la competitività. Questo sarà il vero “tipping point” del business sostenibile.
Ci sono comunque in Italia alcune interessanti buone pratiche di piccole e medie imprese, e non solo di grandi, applicate nei processi di acquisto, in quelli produttivi e di logistica che possono essere esempi da seguire e replicare.
Per concludere, sei convinto che l’impresa sociale avrà in futuro maggiori opportunità di sviluppo anche nel nostro Paese?
Esistono studi e ricerche (ad esempio prodotti da AICCON e IRIS NETWORK), come anche segnali forti, che testimoniano oggettivamente che il mondo dell’imprenditoria sociale ha grandi prospettive di sviluppo e può cogliere diverse opportunità nei prossimi anni.
La riforma del Terzo Settore, l’interesse crescente del settore bancario, l’impatto sociale ampio creato rispetto alla diminuzione dell’intervento Pubblico, la necessità di massimizzare la raccolta fondi e efficientare le risorse economiche, la trasparenza tra costi di gestione e quelli dedicati alla priorità missione, l’adozione da parte delle imprese private di politiche di sostenibilità sociale ed ambientale, sono alcuni aspetti fondamentali di un cambiamento inevitabile.
Ricordiamoci che l’Italia è stata precursore in Europa per quanto riguarda proprio il settore cooperativo, e ha quindi le basi solide l’esperienza per essere un esempio di ulteriore sviluppo.
Luca Guzzabocca ha un’esperienza ultra ventennale nell’area Acquisti ed Approvvigionamenti di materiali diretti, indiretti e servizi, maturata in diverse realtà nazionali e multinazionali. Co-Fondatore e Chairman dell’Associazione Italiana non-profit ACQUISTI & SOSTENIBILITA’, fondata nel 2007, punto di riferimento in Italia per le tematiche di sostenibilità ambientale, sociale ed economica negli Acquisti e lungo la catena di fornitura. Docente, formatore e testimonial di best practice sulle tematiche di strategic sourcing, tecnologie applicate agli acquisti e sostenibilità lungo la catena di fornitura, in diversi eventi e seminari nazionali ed internazionali. Oggi è Fondatore e General Manager della start-up innovativa RIGHT HUB, nata per supportare lo sviluppo dell’economia sociale.
cara Rossella,
non ridere, non mi occuperò mai di acquisti, sociali o meno…, però dopo queste due interviste, Guzzabocca, Culella, interessanti, mi sono chiesto : ma nelle carceri sanno e/o usano questi principi ?
ciao e buon lavoro n
Certo Sergio, ci sono buoni esempi di “economia carceraria” in Italia, Opera, Bollate, Lecce e Napoli ad esempio che lavorano da anni con cooperative sociali per fornitura di beni e servizi.
Disposto ad approfondire se desideri. Grazie per il commento.
Come ormai si dovrebbe sapere, la costruzioni di relazioni è la vera chiave di volta dell’innovazione e della crescita del valore intangibile delle imprese: quel valore che oggi pesa molto più del 50% nella valutazione dell’impresa stessa. Da qui deriva il fatto che la costruzione di un contesto orientato alla CSR – che fa della relazione il suo punto di forza – è sempre più urgente, in quanto da questo deriva l’intera competitività del sistema. Quindi le iniziative come quella di righthub orientate proprio alla creazione di “buone relazioni” di tutta la filiera sono altamente benvenute. Complimenti e moltissimi auguri!
Grazie “jac”, disponibile ad eventuali approfondimento su RIGHT HUB e i suoi servizi.
Un caro saluto.
l’attività sociale carceri è sempre più sviluppata… approfondiamo!